Dal territorio, 23 luglio 2024

(Annalisa Andreini) Tempo di luglio, tempo di melone retato di Calvenzano.

Conosciuto non solo nella bassa bergamasca ma anche in territorio cremasco, ha una storia curiosa alle spalle.

Il melone retato (chiamato anche ricamato) è un melone singolare, tipico del territorio calvenzanese e in parte trevigliese, con delle caratteristiche venature rugose e una tipica forma allungata. 

La sua storia risale al 1920-1930 anni in cui era davvero famoso anche fuori dall’Italia: veniva consumato in alcuni ristoranti lussuosi di Parigi e persino dai reali d’Inghilterra.

Artefici della produzione i soci della Cooperativa agricola di Calvenzano, tuttora attiva.

Nel dopoguerra ci fu un’interruzione nella sua produzione, che piano piano stava per scomparire, finché alcuni contadini e soci hanno ripreso a piantare i vecchi semi conservati. Si è potuta così portare avanti una tradizione fondamentale. 

Alcuni anni fa è diventato anche presidio slow food, uno dei più piccoli presidi territoriali.

Viene servito così in modo naturale, accompagnato preferibilmente dal salame ma, per il suo gusto particolare, che non è quello del melone classico, l’utilizzo migliore è nelle preparazioni come composte, perfette in abbinamento ai formaggi. Ne esistono due versioni: una confettura ideale per farcire i dolci e accanto ai formaggi piccanti e una più senapata adatta alle carni( arrosti, bolliti) e ai formaggi stagionati.

L’Antica Osteria Tricù, nota locanda storica di Calvenzano, ha preparato un menu tutto dedicato al melone cominciando da una deliziosa zuppetta come antipasto, seguita dal risotto al melone retato e da un secondo piatto a base di pesce, in un binomio interessante.

E il dolce? 

Qui giochiamo facile: esiste la Melonbella, la torta dedicata al melone retato di Calcenzano. Ideata da una food blogger cremasca e realizzata poi dal pasticciere Angelo Colombo Giardinelli (della pasticceria Baffi di Calvenzano) è stata brevettata presso l’ufficio brevetti di Bergamo e ha avuto diversi riconoscimenti importanti anche fuori dalla regione.

Si tratta di un Pan di Spagna speciale (la cui ricetta è segreta ma sappiamo che viene utilizzata una farina di tipo 1 del territorio e delle uova “selvagge”) farcito con una bagna al liquore al melone retato di Calvenzano (altro prodotto derivato dal melone) e con due strati di crema pasticciera e mascarpone del Caseificio del Cigno di Agnadello, arricchita da alcuni petali di melone per donare un senso di piacevole freschezza. Come copertura finale un frosting di panna e mascarpone: la torta appare così come un autentico tuffo nel bianco, con qualche sfera di melone, foglia di menta e fiore di lavanda come decorazione finale.