Rivolta d’Adda, 25 novembre 2025
(Gianluca Maestri) “Non c’è nessun punto di contatto fra i fatti contestati al sindaco Giovanni Sgroi e i componenti di questa amministrazione”.
Così ieri sera, in consiglio comunale, Nicoletta Milanesi, capogruppo di una maggioranza che non ha nessuna intenzione di dimettersi, a proposito della vicenda che vede il sindaco Giovanni Sgroi, medico, accusato di violenza sessuale da quattro sue pazienti (il 12 dicembre inizierà il processo, con rito abbreviato) e della richiesta della minoranza di RivoltiAmo e del circolo del PD locale di dimissioni in blocco del primo cittadino stesso (subito sospeso nelle sue funzioni dal prefetto di Cremona) e della sua maggioranza di centrodestra per andare a nuove elezioni.
Un tema caldissimo. A maggior ragione nella ricorrenza del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza di genere. E proprio sul lavoro fatto in tal senso si è concentrata la parte iniziale della seduta consiliare, con l’intervento del coordinatore del tavolo tecnico delle pari opportunità Gualtiero De Bernardi. Poi il confronto sulla vicenda-Sgroi.
“Oltre ad essere fortemente strumentali -ha proseguito la Milanesi rivolgendosi alla minoranza— siete anche offensivi e dimostrate di andare oltre il vostro ruolo politico di opposizione. Vi arrogate il diritto di fare processi e di fare i giudici e perdete di vista il ruolo politico della minoranza che dovrebbe essere quello di portare contenuti di sostanza”.
“Nessuno di noi -ha replicato per RivoltiAmo la consigliera Francesca Mapelli- ha mai accostato i reati per cui il sindaco è stato indagato alla vostra persona. Noi non strumentalizziamo. Abbiamo una posizione chiara da maggio, da quando Sgroi è stato arrestato. Costantemente vi abbiamo chiesto di prendere una posizione politica, non di condanna nel senso giudiziario del termine ma rispetto alla vicenda, alla serietà di un tema che riguarda la nostra comunità. Vediamo invece una maggioranza che resta attaccata alla poltrona agitando lo spauracchio del commissariamento, nascondendosi dietro un senso di responsabilità.
“Inutile negare una forte strumentalizzazione da parte di RivoltiAmo e del Pd locale - ha detto Marianna Patrini, vicesindaco; - se non vi aggrada più, se stare qui vi mette in imbarazzo, le dimissioni sono alla portata anche della minoranza. Non perdiamo il tempo verso i moralismi, confrontiamoci piuttosto sui contenuti, sui servizi, sugli investimenti”.
Anche la capogruppo di RivoltiAmo Elisabetta Nava è intervenuta: “Dimettendoci noi, restereste voi ad amministrare senza alcun tipo di contraltare. Noi vorremmo ripartire da capo con una nuova amministrazione che non abbia addosso un carico così pesante che, è ovvio, non riguarda nessuno di noi seduti qui stasera”.