Crema News - La fede ci salva Don Natale Grassi Scalvini

Cremasco, 12 ottobre 2025

XXVIII Domenica ord. C​​

 La Parola: ​​2Re 5,14-17  Sal 97 2Tm 2,8-13  Lc 17,11-19

 Dal Vangelo secondo Luca ​​Lc 17,11-19

 Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Tra i tanti interessi religiosi e profani che coltivo certamente posso annoverare anche quello della statistica. Ovviamente non è tutto oro colato quello che ci dicono le statistiche sia sui piccoli numeri come anche sui grandi ma ugualmente ci aiutano a comprendere un poco meglio la realtà che stiamo vivendo. A quanto pare anche Gesù si è mostrato interessato alla statistica notando come uno solo su dieci, percentuale alquanto bassa come fa notare, sia tornato a ringraziare per la guarigione ottenuta.

Naturalmente mi son già informato di quanti abitanti ci siano nella mia nuova parrocchia e quindi pensando a quel dieci per cento di successo di Gesù sicuramente potrò presto riconoscere che prima di me si è lavorato bene in parrocchia, visto che quelli che ritornano ogni settimana a prendere Eucarestia, cioè a ringraziare il Signore per il bene ricevuto, sono più numerosi di quel dieci per cento dell’episodio evangelico.

Avrete già capito che giocare con i numeri delle percentuali piace tanto a me ma forse non è davvero lo sport preferito da Gesù: il suo interesse principale è sempre e comunque la salvezza dell’uomo. Una salvezza veramente completa, che comprende anche la salute del corpo e il ristabilimento di una dignità umana e sociale, ma che soprattutto tende alla riscoperta della fede e a formare una coscienza attenta ai valori dello spirito e quindi alla presenza di Dio nella nostra vita. La sottolineatura poi che quell’unico tornato a fare Eucarestia, cioè a ringraziare, sia proprio uno straniero ci suggerisce almeno due riflessioni. Innanzitutto è evidentemente un richiamo a tutti noi a essere sempre più attenti e disponibili all’accoglienza verso gli stranieri, sempre più numerosi, che abitano tra di noi, non solo per aiutarli nelle necessità del primo impatto con un mondo nuovo, ma soprattutto perché anche attraverso la nostra disponibilità e testimonianza possano scoprire la bellezza di essere cristiani e di poter vivere un giorno insieme anche una vita di fede oltre che sociale e comunitaria.

La seconda riflessione è ancora più importante perché riguarda proprio noi, quelli cioè che non sono stranieri per il Signore Gesù, anzi quelli convinti di essere suoi amici, familiari, commensali e quindi destinatari di tutto il bene e l’amore che Dio può rivolgere agli uomini. L’avvertimento è chiaro: noi potremmo proprio essere invece tra quei nove che, pur avendo ricevuto tanto dal Signore, neanche si preoccupano di ringraziarlo, di tornare ogni domenica a fare Eucarestia, perché convinti che tutto ci sia dovuto e che comunque il suo amore è più forte della nostra superficialità. Questo suo amore per noi è certo al cento per cento, ma ciò non toglie che un po’ più di riconoscenza al Signore attraverso la preghiera, l’Eucarestia comunitaria, magari anche feriale se possiamo, ci vorrebbe davvero nelle nostre comunità tante volte così abituate alla presenza del Signore da vivere come se neanche ci fosse.

Ancora una volta Gesù ci invita a mettere la fede al centro della nostra attenzione perché davvero non solo riconosciamo e ringraziamo per i tanti benefici materiali di cui noi abitanti del primo mondo possiamo beneficiare, ma sappiamo anche rafforzare i legami spirituali di fede e amore che abbiamo con il nostro Dio e Signore Gesù Cristo perché sempre più sia lui a guidare i nostri passi e le nostre scelte nelle ordinare vicende della vita quotidiana così da essere anche noi segno dell’amore di Dio che costruisce pian piano il suo regno in mezzo agli uomini