Crema, 22 agosto 2024
(Bernardo Zanini) Il cambio dell’alimentazione in Italia, si verifica dagli anni 50 fino ai primi anni 60 con il boom economico, l’Italia era da ricostruire dopo la seconda guerra mondiale. Il piano Marshall finirà nel 1951, poi si cominciano a costruire industrie che richiedono manodopera e molti contadini lasciano i campi per andare a lavorare nelle industrie e poi al sabato e alla domenica lavorano i campi. I campagnoli dei paesi del cremasco andando a lavorare nelle aziende vicine a Crema, cominciano a cambiare abitudini, si diffondono anche nei paesi le drogherie e i panifici, i fruttivendoli, le parrucchiere per signora, le profumerie e le donne cominciano a emanciparsi. Escono giornali nuovi, appaiono i primi jukebox nei bar, inizia la televisione con Carosello e i primi frigoriferi e gli altri elettrodomestici; nelle case benestanti si comincia a bere acqua minerale e nel ceto basso della popolazione si usa l’Idrolitina che rende l’acqua effervescente e tutto questo cambierà per sempre le abitudini degli italiani.
Nell’Italia agricola autarchica e preindustriale la popolazione viveva con una alimentazione povera. Nei paesi al mattino mangiavano una fetta di polenta o di pane nel brodo o nel latte caldo, ma ora cominciano a bere caffè latte fatto con la miscela Leone, il pane viene sostituito dai biscotti secchi.
Nei paesi del cremasco in alternativa alla polenta, facevano i teedéi (tagliolini), con farina di grano tenero senza uova da fare in brodo, mentre i tortelli cremaschi li preparavano e cucinavano solo alle sagre. Anche dalle nostre parti irrompe la pasta, gli spaghetti, le penne col sugo di pomodoro e alla domenica le tagliatelle col ragù di carne.
Un’ultima innovazione riguarda il tempo libero, fino ad allora sconosciuto e alla domenica sono sempre di più quelli che vanno nelle trattorie dei paesi per il pranzo. Il consumo della carne pian piano aumenta anche nel ceto basso, grazie al regime alimentare importato dagli Stati Uniti, le scatolette di carne distribuite dai soldati americani, antenate della Simmenthal, vengono consumate con una spruzzata di limone e accompagnate dall'insalata.
Negli anni ’50 a Novara le patatine fritte furono vendute in sacchetti confezionati dalla Pai (Prodotti Alimentari Internazionali) ed era nata anche la Giandujot, una crema di nocciole spalmabile sul pane, antenata della Nutella.
Nel 1958 la Cirio comincia a vendere delle confezioni di salumi, ma ogni specialità alimentare, è sempre ancorata a una regione, per cui il pesto lo trovavi solo in Liguria e la pizza a Napoli. Poi grazie anche alle autostrade, il panorama alimentare italiano cambia per sempre, con i prodotti Motta, i biscotti Bucaneve, l’amaro Strega e le caramelle al miele Ambrosoli o quelle al rabarbaro, create da Sorini a Castelleone.
Anche se c’era già prima la necessità di conservare i prodotti stagionali, la disponibilità di attrezzatura economica e l’esempio di Carosello, che si traduceva in una maggiore offerta di alimenti conservati, sempre più presenti nei negozi. Con le bottiglie di recupero e i tappi a corona diventava più semplice conservare la salsa di pomodoro. Con barattoli di vetro e tappi a vite era più semplice conservare le verdure sott’olio o sott’aceto.
Sempre più gente anche nelle campagne comincia a cambiare mentalità e fanno in casa i funghi sott’olio e la giardiniera, le persone che potevano contare su un orto cominciarono a fare la salsa di pomodoro in casa che poi serviva tutto l’anno per fare il sugo da mettere sulla pastasciutta o per accompagnare altri piatti, come il riso o la carne.