Crema News - Crema - Più pensionati che occupati? Quasi

Crema, 26 agosto 2024

(Marco Degli Angeli) In provincia di Cremona il numero di pensioni pareggia quasi quello degli stipendiati. 

Nel nostro territorio sono infatti 146mila le buste paga di dipendenti e autonomi a fronte di 145mila assegni pensionistici. Per quanto riguarda la Lombardia la nostra provincia è tra le peggiori e risulta davanti solo a quella di Sondrio, che ha già raggiunto un tasso negativo (più pensioni che stipendi).

Il saldo migliore si registra a Milano (dove gli occupati superano di 342mila unità i pensionati), Roma (326mila), Brescia (107mila) e Bergamo (90mila).

Il dato non sorprende, considerato che nel 2023 l'indice di vecchiaia della provincia di Cremona dice che ci sono 204,4 anziani ogni 100 giovani.I dati pubblicati dalla Cgia (Confederazione Generale Italiana dell'Artigianato) di Mestre non lasciano spazio ad interpretazioni. E’ evidente che, visto la grave crisi demografica in atto, difficilmente si riuscirà a rimpiazzare tutti quei lavoratori che nei prossimi anni matureranno il diritto alla pensione. Gli assegni erogati dall’Inps sono destinati a superare le buste paga, mettendo così a rischio la sostenibilità economica del nostro sistema sanitario e previdenziale. In gran parte delle provincie del centro sud e già in alcuna del nord il saldo è negativo e nei prossimi anni anche la nostra provincia sembra destinata ad aver più pensionati che lavoratori.

Afferma il segretario della Cgia, Renato Mason: “Con tanti pensionati e pochi operai e impiegati, la spesa pubblica non potrà che aumentare, mentre le entrate fiscali sono destinate a scendere. Questo trend, nel giro di pochi anni, minerà l’equilibrio dei nostri conti pubblici. Per invertire la tendenza dobbiamo aumentare la platea degli occupati, facendo emergere i lavoratori in nero e aumentando i tassi di occupazione di giovani e donne che in Italia continuano a rimanere i più bassi d’Europa”.

Inoltre sempre per la Cgia di Mestre: "Una società costituita prevalentemente da anziani rischia di ridimensionare il giro d’affari del mercato immobiliare, dei trasporti, della moda e del settore ricettivo. Per contro, invece, le banche potrebbero contare su alcuni effetti positivi; con una maggiore predisposizione al risparmio, le persone più anziane dovrebbero aumentare la dimensione economica dei propri depositi, suscitando la contentezza degli istituti di credito".