Crema, 22 settembre 2023

(Luigi Dossena e Pier Giorgio Ruggeri) Al tramontare dell'XII secolo e agli inizi del 1200 avviene una guerra di potere che dura trent'anni e vedrà ribaltato il dominio della città che passa dai gisalbertini ai Benzoni. L'incipit della guerra tra le due dinastie avviene nel 1199, quando i conti gisalbertini, che sono di fede ghibellina, nella costruzione della mura cittadine, si dedicano una porta. Questo suscita le ire dei Benzoni, di fede guelfa, che tramano per prendere il potere. Un colpo mortale ai gisalbertini viene inferto il 2 maggio 1213, quando il vescovo di Trento, Federico, legato dell'imperatore Federico II, scende a Cremona e sulla piazza maggiore mette al bando Crema e altre città. I gisalbertini perdono il sostegno dell'imperatore. Non finisce qui, perché poco dopo lo stesso papa Gregorio IX impone all'arcivescovo di Milano di scomunicare tutti i gisalbertini. L'arcivescovo è Guglielmo e la scomunica viene lanciata dal pulpito della chiesa di S.Lorenzo, dove l'alto prelato nomina a uno a uno tutti i conti scomunicati. In più afferma che per i parenti contumaci c'è l'obbligo di presentarsi davanti al vescovo di Parma. Probabilmente il rapporto tra la Chiesa e i gisalbertini si comincia a guastare quando un loro parente, il. cardinale Guido da Crema, viene nominato antipapa, nel 1164. La stirpe dei Benzoni ha radici profonde e passa da un certo Benzono, figlio di Bonicio Serotasto da Parasso (oggi Palazzo Pignano) e arriva a Benzone Benzoni, primo podestà di Crema nel 1102. E poi c'è un martire cristiano a Brescia, che segue i santi Faustino e Giovita (130 dC). Il dominio dei Benzoni si protrae per gran parte del XIII secolo e arriva anche a battere moneta, con iol placet dell'imperatore che concede loro anche la signoria. In tutto sono quattro le monete coniate sotto il loro potere.