Dal territorio, 23 settembre 2023
A causa del covid e della siccità, il consorzio Navigare l’Adda, nato nel 2003 con sede a Pizzighettone con l'obiettivo di favorire lo sviluppo della navigazione turistica sui nostri fiumi, ha dovuto abituarsi a navigare in acque non tranquillissime. Una difficoltà che si era appunto acuita durante il periodo della pandemia (meno 90% di utenza nel 2020) e in parte tamponata dagli aiuti di stato, ma proseguita anche negli anni successivi. La nota presentata nell’ultimo bilancio pubblicato parla chiaro ed evidenzia tutte le preoccupazioni del caso. Si legge infatti che a causa della mancanza di precipitazioni e i bassi livelli dei fiumi per tutta la primavera 2023 c’è stato un fermo di molte navigazioni. Un problema non nuovo, infatti già nel 2022 la siccità aveva causato danni per oltre 70mila euro a causa dell’annullamento di parte del programma di navigazione sul Po e sull’Adda. Inoltre la relazione finanziaria denuncia: "Nonostante siano state istituite le quote di sostegno per le attività, purtroppo non tutti i soci (i paesi consociati col consorzio) le hanno onorate. Ciò, insieme alle mancate navigazioni, ha causato una grave carenza di liquidità”.
Ma non sono solo i mancati introiti causati da epidemia, siccità e dai cambiamenti climatici a preoccupare. Da qualche anno il consorzio sta infatti subendo alcune defezioni tra i comuni sostenitori. Se è vero che di recente Turano Lodigiano è entrato a far parte della lista dei supporter è altrettanto vero che negli anni altri comuni, come quelli di Cavenago d’Adda e Crotta d’Adda (luglio 2024) hanno abbandonato la nave. Negli scorsi anni anche la provincia di Cremona, che versava 4500 euro l’anno, ha deciso di salutare. Anche Gombito, comune dove il presidente del consorzio Carlo Pedrazzini è stato sindaco nel 1995 e nel 1999 per due mandati, non è più tra i soci di Navigare l'Adda.
Ci sono altri dati che evidenziano in un certo qual modo che il periodo non è dei migliori. Nel 2019 c’erano sei dipendenti che ora sono stati ridotti a due e in attesa del dato 2024, i bilanci indicano la lancetta sul segno meno ormai da quattro anni consecutivi: la perdita d'esercizio infatti ammonta a 90.631 euro nel 2020, 8542 euro nel 2021, 44.336 euro nel 2022 e 16.700 nel 2023.
L’unico dato stabile è rappresentato dalle spese sostenute per gli amministratori e i membri del collegio sindacale, che si assestano sulla cifra di circa 25mila euro all’anno totali.