Crema, 20 settembre 2024
(Marco Degli Angeli) Il 29 settembre a Cremona si terranno le elezioni per eleggere il nuovo presidente della provincia e rinnovare l'assemblea consiliare. Votano esclusivamente i consiglieri eletti nei vari comuni e ciascuno ha una percentuale di voti corrispondente agli abitanti del comune dove è stato eletto. Nessuno però conosce i programmi che dovrebbero differenziare le squadre in campo e questo appuntamento ha assunto ormai sempre di più i connotati di un affaire privato tra le segreterie dei partiti.
Su questo tema è intervenuto Paolo Nicardi, consigliere comunale di Crema uscito dalla maggioranza lo scorso giugno, e che a fine mese sarà chiamato alle urne.
Come ha vissuto queste settimane prima delle elezioni?
"Purtroppo ho notato come il dibattito pubblico sembri limitarsi alla semplice composizione delle liste elettorali. Da consigliere autonomo e civico di Crema, non posso fare a meno di riflettere su quanto sia complicato oggi prendere una decisione di voto veramente consapevole".
Quali sono le differenze tra gli schieramenti? "È davvero difficile trovarle. Guardiamo alle liste e troviamo nomi, ma i temi che toccano la vita quotidiana dei cittadini della provincia sembrano passare in secondo piano".
Ci faccia qualche esempio
"Chi ci dice quale sarà la posizione dei candidati sull'autostrada Cremona-Mantova? Oppure, come si intende affrontare il tema, urgente, dell'ambiente? Vedremo finalmente una regia unica per la pianificazione degli impianti provinciali, o continueremo ad assistere a una proliferazione di impianti biogas e biometano, privi di una visione complessiva? E il drammatico inquinamento dell'aria, su cui deteniamo tristi primati, sarà finalmente messo al centro dell’agenda?".
Sembra che alle segreterie dei partiti interessi altro?
"Queste non sono domande retoriche, ma sfide concrete che richiedono risposte altrettanto concrete. Eppure, il silenzio su questi temi è assordante. La politica sembra più impegnata a guardare al proprio interno, concentrata sulle candidature piuttosto che su soluzioni per il futuro della provincia".
Eppure alcuni candidati in lista per il consiglio o alla presidente si presentano come indipendenti.
"Chiunque, con una veloce ricerca, può constatare come molte di queste candidature definite indipendenti siano in realtà strettamente legate a partiti politici. Una strategia studiata? Probabile, ma di certo contribuisce a generare un’illusione di pluralismo politico che, nei fatti, non esiste.
Così, queste elezioni provinciali rischiano di diventare un’occasione mancata, un momento in cui avremmo potuto davvero affrontare i problemi che affliggono il nostro territorio".
C'è speranza?
"È tempo che la politica locale esca da questa paralisi e torni a essere uno strumento di miglioramento concreto per la vita dei cittadini. Dobbiamo chiedere di più, ma con questa realtà siamo davvero nelle condizioni giuste per pretendere questo cambiamento?".