Crema News - Crema - Il ricordo di monsignor Pagazzi L'arcivescovo Giovanni Cesare Pagazzi

Crema, 21 aprile 2025

Il ricordo e un aneddoto di Papa Francesco nelle parole dell'arcivescovo cremasco Giovanni Cesare Pagazzi, archivista e bibliotecario del Papa.

L'arcivescovo di Belcastro è da due anni e mezzo in Vaticano e ha avuto in questo periodo contatti con Papa Francesco. La sua nomina ad archivista è datata 28 marzo ed è uno degli ultimi atti ufficiali di Papa Francesco.

Eccellenza, come ha conosciuto Papa Francesco?

"Sono in Vaticano da due anni e mezzo e devo dire che Papa Francesco l'ho visto come un papà, una figura paterna, dagli atteggiamenti incoraggianti verso tutti coloro che si rivolgevano a lui. Ho visto e l'ho sentito numerose volte far coraggio, invitare a continuare con perseveranza. Quando si parlava con il Santo Padre, lui ti metteva una grande energia addosso e questo ci aiutava a non spaventarci davanti alle difficoltà. Sapeva spronare e ti faceva tirar fuori l'inventiva necessaria per superare gli ostacoli e risolvere i problemi".

Lei ha fatto riferimento al Papa come a una figura paterna.

"Sì, Papa Francesco era davvero una figura paterna per tutti. Aveva sempre un atteggiamento incoraggiante. Ascoltava e poi invitava tirar fuori il nostro coraggio per affrontare le situazioni anche difficili. E quando c'erano i risultati, lui godeva nel vedere e nel promuovere i suoi figli, perché per lui eravamo tutti figli. Era contento quando poteva esaltare le capacità di ciascuno di noi".

Che cosa l'ha impressionata di più in questo pontefice?

"Molte cose, ma vorrei ricordare la sua grande capacità di ascolto. Lasciava parlare e sapeva ascoltarti, anche se qualcuno esprimeva punti di vista che non erano proprio i suoi, non coincidevano con il suo punto di vista. Sapeva prendere in considerazione anche opinioni differenti e aveva l'intelligenza di prendere sul serio anche pareri che vedevano i problemi partendo da una prospettiva che non era la sua. Capacità davvero rara tra le persone di vertice".

Qual è il suo ricordo più vivo?

"La grande ironia di questo papa. L'ironia è la punta di diamante dell'intelligenza, un modo empatico per dare la giusta misura alle cose, sia a quelle belle, sia a quelle che ti mettono in difficoltà perché non vengano vissute con angoscia. Papa Francesco aveva la grande capacità di metterti a tuo agio, di ascoltare e poi di dare la giusta dimensione a tutte le cose".

Eccellenza, ha visto Papa Francesco di recente?

"No l'ultima visita risale al 20 dicembre, per gli auguri e poi abbiamo avuto un colloquio telefonico il 17 gennaio".

Ci regala un aneddoto?

"Sì, una volta durante un colloquio mi sono permesso di esprimere una sfumatura un po' diversa da quella che era il suo pensiero. Lui ha molto apprezzato il suggerimento e poi mi ha detto: 'Non pensavo che tu fossi così intelligente'".