
Crema, 18 aprile 2025
(Niall Ferri) È Crema è la città dei Paperoni, dove i redditi oltrepassano quota 30mila euro andando ad ampliare la forbice con il resto della provincia dove, comunque, il trend resta positivo.
A crescere più di tutte, però, è Crema che si conferma la capitale economica del territorio. Con un reddito medio annuo pari a 30.353 euro per contribuente, la città si piazza al primo posto nella classifica dei comuni più ricchi stilata a partire dai dati Irpef 2024, relativi all’anno d’imposta 2023.
Un risultato che segna un nuovo primato nella provincia, dove il reddito medio si ferma a 26.326 euro, in aumento rispetto all’anno precedente ma ancora sotto la media lombarda (29.120 euro). Subito dopo Crema, al secondo posto, compare Torlino Vimercati con 30.301 euro pro capite. Segue Campagnola Cremasca, terza con 29.641 euro, a conferma di un’area — quella cremasca — che concentra una parte significativa della ricchezza provinciale. Al quarto e quinto posto si trovano rispettivamente Madignano (28.860 euro) e Pianengo (28.803 euro). Cremona città si posiziona sesta, con 28.739 euro di reddito medio dichiarato. Il resto della provincia fatica a tenere il passo. Casalmaggiore figura solo al 26° posto, con 25.865 euro, mentre nella parte bassa della graduatoria si trovano comuni come Scandolara Ravara, Cingia de’ Botti e Martignana di Po, con valori compresi tra 19.300 e 21mila euro. Un divario netto tra i Paperoni del cremasco e le fasce deboli della Bassa.
Complessivamente, il numero dei contribuenti in provincia si attesta attorno alle 270mila unità, per un volume complessivo di redditi dichiarati pari a 6,96 miliardi di euro, con un incremento di circa 600 milioni rispetto all’anno precedente. Una crescita significativa, che evidenzia segnali di ripresa economica generalizzata, ma che sottolinea anche le forti disuguaglianze interne al territorio. Positivo, dunque, il confronto con la media nazionale (24.830 euro) ma resta evidente come lo scarto interno alla provincia sia marcato. Se da una parte si affacciano comuni con redditi sopra i 30mila euro, dall’altra non mancano realtà ferme sotto i 21mila.