Rivolta, 16 maggio 2024

(Gianluca Maestri) “Una grande squadra che passo dopo passo, briciola dopo briciola, sta salendo verso la cima”.

Così Giovanni Sgroi, sindaco di Rivolta d’Adda, nell’incontro elettorale di ieri sera al ristorante L’Antico Sapore a proposito di Libertà, la lista che in modalità federata comprende diverse sigle e movimenti e per la quale lui stesso è candidato alle elezioni europee nel collegio Italia Nord-Ovest. Ospite della serata organizzata da Sgroi stesso, Cateno De Luca, ex sindaco di Messina, oggi primo cittadino di Taormina e leader di Sud Chiama Nord ma soprattutto leader di Libertà e capolista per le europee in tutto il territorio nazionale.

Proprio Sgroi, 69enne ex primario di chirurgia dell’ospedale di Treviglio, che fa parte dei Civici in Movimento facenti capo all’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, ha introdotto la serata.

“Abbiamo con noi -ha detto- il capolista di questa grande squadra che sta salendo sempre più in alto. La cima non è ancora stata toccata ma il cammino fatto sinora è significativo per quello che succederà da qui all’8 giugno prossimo. Siamo assolutamente convinti di superare abbondantemente lo sbarramento del 4% e quindi avere il piacere di avere un nostro rappresentante a Bruxelles. Per questo vi dico, ognuno di voi sia messaggero e porti questo desiderio di innovazione. Non siamo di fronte al solito, ennesimo partito che comanda lontano da noi e che gestisce una serie di rapporti di potere che poi portano la gente a sentirsi distante dalla politica e a non andare a votare. Cateno De Luca è riuscito a scatenare un meccanismo per cui Libertà non ha questa distanza dalla gente. Credeteci perché solo così la nostra voce, la vostra voce, potrà essere ascoltata a Bruxelles”.

Sgroi ha ceduto la parola (per poi riprenderla successivamente) a Cateno De Luca, che ha esordito così: “Siamo sindaci, statisti di frontiera, ultimo baluardo del territorio. Il mio sogno è fare il presidente della Regione Sicilia. Ve lo racconto perché parto dal presupposto che ciascuno debba comandare a casa propria perché questo Stato malato, che ormai ha ridotto l’Italia nell’ambito europeo ad una zavorra, ha svenduto le nostre tradizioni”. È stata solo la prima di una serie di bordate da parte sua.

“Noi sindaci -ha proseguito- siamo costretti ad amministrare con il pareggio del bilancio: Debiti non ne possiamo fare anzi, dobbiamo sempre dare allo Stato. Perché chi sta sopra la mia testa può governare facendo debiti? Ecco perché questo sistema va totalmente cambiato.

De Luca ne ha avute anche verso la forma di governo del premierato (“A che serve?”) ma anche verso la separazione carriere nella magistratura (“Una supercazzola, il problema vero è la durata dei processi”) e non ha risparmiato i partiti. “Vogliamo portare in Europa -ha spiegato- una ventata diversa. Tutti i partiti si sono venduti sull’altare dell’Europa. La Lega, ad esempio, è diventata una Lega salottiera; Forza Italia fa campagna elettorale ancora con le foto di Berlusconi. Io, che non vivo di politica e che non mi sono candidato alle europee perché sono disoccupato e altrimenti non saprei cosa fare, alle elezioni regionali in Sicilia mi sono rifiutato di candidarmi con il centrodestra”.

Infine, un’esortazione ad andare a votare: “Meno si va votare, più si rende facile il compito di questa oligarchia, di questo sistema che controlla i voti. Andate a votare e troverete un’alternativa”.