Madignano, 04 ottobre 2025
Consumo di suolo: botta e risposta tra maggioranza e minoranza.
In questi giorni il responsabile provinciale di Europa Verde Andrea Ladina, fissa l’attenzione sulle aree dismesse da rigenerare e, in particolare, sull’imponente struttura di cemento, sulla strada Paullese, costruita dieci anni fa e mai utilizzata.
Uno dei tanti esempi del consumo di suolo e cementificazione ingiustificata nel territorio cremasco, che ha raggiunto il triste numero di ben 300 capannoni inutilizzati, tutti in zona rurale che sta perdendo pian piano la sua vocazione agricola e, con essa, terreni coltivati, prati stabili, fontanili e filari di alberi.
Andrea Ladina torna a puntare il dito sull’enorme scheletro di cemento di ben 10mila mq abbandonato da tempo: un edificio privato mai terminato e che versa in uno stato di evidente degrado.
La richiesta di Europa Verde, indirizzata all’amministrazione comunale, pertanto, è quella di riqualificare le aree dismesse di Madignano prima di mettere in vendita nuovi lotti di terreno e di non inserire nuove costruzioni nel Piano del territorio. In particolare Ladina fa riferimento ai due punti vendita in aree dismesse che, di recente, sono stati approvati in una variante al Pgt.
L’amministrazione ha risposto che non si può assolutamente parlare di consumo di suolo.
Il sindaco Piero Guardavilla, interpellato, chiarisce la situazione futura dello scheletro di cemento abbandonato sulla Paullese: “Si tratta di un’area ferma da 30 anni ormai e che non ha mai trovato interessi commerciali da parte di nessuno. Questa amministrazione comunale però ha cercato una soluzione proprio per impedire il consumo di suolo, anche perché era ormai impossibile, per legge, bloccare l’operazione già prevista nel vecchio Pgt, che andremo ad adottare martedì prossimo con la relativa variante (si passerà da media struttura di vendita a grande struttura). Al posto dello scheletro abbandonato nascerà un’azienda per la cosmesi che darà 70 posti di lavoro. Le precedenti amministrazioni non hanno mai preso in carico questo problema e invece noi, da soli, abbiamo cercato la soluzione più congrua rispettando, al contempo, tutti i canoni del consumo di suolo che stanno a cuore anche a noi”.