
Cremasco, 27 luglio 2024
XVII Domenica ord. C
La Parola: Gen 18,20-32 Sal 137 Col 2,12-14 Lc 11,1-13:
Dal Vangelo secondo LucaLc 11,1-13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: "Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione"». Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”; e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono. Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».
Parola di Dio.
(Don Natale Grassi Scalvini) Molti miei amici, della mia generazione, stanno raggiungendo l’età della meritata pensione. Alcuni di loro mi raccontano che devono però affrontare un problema nuovo: la convivenza con... la propria moglie. Infatti per anni hanno avuto le giornate piene di impegni di lavoro fuori casa mentre adesso si trovano a passare tante ore con la moglie e scoprono di non conoscerla abbastanza bene, specialmente per quanto riguarda gli impegni e i lavori quotidiani in casa. Anche gli apostoli, che pur erano bravi israeliti e quindi sapevano bene come pregare, avendo a disposizione, come noi, tanti salmi e tante altre preghiere insegnate dai profeti, di fronte allo stile di vita di Gesù e al suo modo di rapportarsi con Dio, capiscono che manca ancora qualcosa alla loro preghiera perché sia sempre più gradita a Dio.
L’insegnamento immediato che Gesù vuole trasmettere con le semplici parole del Padre nostro è evidentemente quello di una fiducia totale e senza riserve nell’amore del Padre che è sempre pronto a venire incontro ai suoi figli con un affetto che supera sempre e comunque le nostre misure umane.
Abbiamo festeggiato ieri la memoria liturgica dei santi Gioacchino e Anna, i nonni di Gesù, e giustamente il santo Padre ci invita a pregare oggi per tutti i nonni, ringraziandoli per la loro presenza, per tutto l’amore che ancora sanno dare a figli e nipoti e per l’esempio che sempre riescono a dare a tutti. Penso che avremo notato tutti la felice coincidenza che ci mostra tante volte l’immagine pittorica di Dio Padre, che nessuno in realtà ha mai visto e può descrivere, come un uomo anziano e con tanto di barba, molto simile quindi all’immaginario collettivo che tutti abbiamo di un buon nonno di famiglia.
Penso che Dio Padre non si sia mai offeso di questa libertà dei pittori di raffigurarlo come un nonno proprio perché anche lui sa bene che il segno dell’amore dei nonni per figli e nipoti è sicuramente una delle immagini più belle con cui possiamo presentare Dio non solo ai bambini più piccoli ma anche agli uomini di ogni età. Come dice Gesù nella parabola tutti noi abbiamo qualche amico che, con un po’ di insistenza da parte nostra, da risposta alle nostre richieste di aiuto, ma certamente solo con Dio padre in veste di nonno siamo sicuri di avere sempre risposta certa alle nostre invocazioni.
Quando poi ci rendiamo conto che Dio non è sempre pronto a concederle tutte forse dobbiamo chiederci se questo non dipenda dal fatto che non ci meritiamo una sua giusta risposta perché i nostri desideri sono offuscati dal nostro egoismo o dalla nostra ipocrisia che rende quindi false tutte le nostre preghiere. Quando infatti chiediamo pace e tranquillità per i popoli oppressi dalla guerra e dai potenti di questa terra non possiamo dimenticare che in realtà noi desideriamo il benessere per tanti ma non siamo disposti a perdere un minimo dei nostri interessi e della nostra vita tranquilla per giungere ad una equa distribuzione dei beni della terra. Dio è sempre disponibile a venirci incontro ma evidentemente chiede sempre anche un cammino verso di lui ed un impegno concreto ad imitarne la bontà e giustizia nei nostri comportamenti quotidiani verso tutti gli