
Rivolta d'Adda, 27 luglio 2025
Tre ore di colloquio.
Giovanni Sgroi, medico e sindaco di Rivolta d'Adda (sospeso), agli arresti domiciliari dal 23 maggio scorso con l'accusa di violenza sessuale, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere nel primo interrogatorio, avvenuto subito dopo il suo arresto, ha chiesto di parlare con il Pm e ha dichiarato la sua volontà di rispondere alle domande. Così il medico, accusato di violenza sessuale da quattro sue pazienti è stato convocato dal Pm e si è presentato con i suoi avvocati Stefano Toniolo e Domenico Chindamo. La richiesta di colloquio da parte di Sgroi è stata avanzata dopo che lo stesso ha assistito alla deposizione delle quattro accusatrici, davanti al Giudice delle indagini preliminari Sara Cipolla, avvenuta l'altra settimana con la formula dell'incidente probatorio (cioè quel che si dice viene preso come prova utile per il processo).
L'interrogatorio di Sgroi davanti al Pm Alessia Menegazzo è stato lungo e particolareggiato e il medico ha cercato di spiegare i fatti. Le sue accusatrici, quattro donne che non si conoscono tra di loro e che hanno 24, 34, 35 e 43 anni, hanno sostenuto quanto denunciato e Sgroi ha cercato di confutare quanto da loro raccontato.
Al termine gli avvocati hanno riferito che Sgroi ha risposto alle domande del Pm e che per il momento non chiederanno l'attenuazione degli arresti domiciliari.
Tuttavia gli avvocati hanno fatto sapere che a breve, entro la fine del mese verranno forniti elementi medico legali che chiariranno meglio la posizione del loro assistito. In programma c'è il deposito di due perizie entro venerdì.
Infine, in merito alla richiesta del Gip di procedere con il rito immediato, al momento gli avvocati non hanno preso alcuna posizione. E' però loro facoltà rigettarla e proporre un altro rito. Si pensa che i legali stiano valutando il rito abbreviato, che dà la possibilità di uno sconto di pena di un terzo, qualora l'indagato sia poi riconosciuto colpevole e il processo si svolge senza l'audizione di testimoni (a meno che il giudice ne ammetta qualcuno).