Dal territorio, 06 luglio 2024
Si stanno cercando ricostruire le ultime ore di Stefano del Re e di Lorena Vezzosi, andando a scavare anche nella vita dei due ex coniugi, finiti con l'auto nel Po, alle tre del mattino di ieri e ripescati morti intorno alle 8. Stefano Del Re era stato coinvolto in una pessima storia nel 2016, quando lavorava ancora alla Rsa Grassi di Viadana. Una infermiera straniera lo aveva accusato di aver usato violenza sessuale su una 94enne. La storia aveva profondamente scosso Del Re che si era strenuamente difeso, dicendo che l'accusa era stata generata da vendetta perché lui aveva più volte fatto presente ai suoi superiori che cosa non andasse nella struttura. La storiaccia era andata avanti per un anno e mezzo fin tanto che, nel 2018, l'infermiere era stato assolto con formula piena nel tribunale di Mantova. Ma da quella vicenda l'uomo era rimasto segnato e aveva deciso di andarsene, trovando lavoro in una Rsa romagnola, luogo scelto perché da quelle parti abitava il fratello. Peraltro, durante tutta la vicenda, Del Re aveva goduto della solidarietà della moglie la quale, a soluzione pronunciata, se l'era presa con chi aveva calunniato il marito e poi non si era neppure scusato.
In quanto alla ricostruzione delle ultime ore della coppia, che da dicembre viveva separata, si sta facendo largo l'ipotesi che Stefano Del Re abbia drogato la moglie. Lui lavorava in una Rsa e aveva facilmente accesso ai farmaci. Non improbabile che abbia convinto la moglie a venire a cena con lui e poi, senza farsi vedere, le avesse somministrato un potente sonnifero. Una volta in auto la donna si sarebbe addormentata. Del Re avrebbe guidato da Sant'Arcangelo di Romagna fino a Casalmaggiore dove, verso le 22, ha fatto visita ai suoi genitori, senza accennare loro della presenza di Lorena che era in auto, inanimata. Poi, da quel momento, non ci sarebbero più tracce della coppia, fino al tragico volo nel Po. non improbabile che Del Re si sia fermato in qualche luogo isolato nei pressi del fiume e che, verso le tre, quando la donna ha cominciato a svegliarsi, abbia deciso che era giunta l'ora per farla finita e si sarebbe lanciato nel Po con la sua auto. Probabilmente l'ingresso in acqua ha risvegliato la donna che ha gridato aiuto e le sue urla sono state udite dalla testimone, la donna che stava facendo una passeggiata col cane e che ha poi dato l'allarme.
Lunedì l'autopsia dovrà stabilire la validità di questa ipotesi, cercando la presenza di acqua nei polmoni della donna, che vuol dire che lei è morta per annegamento e non prima e tracce dei medicinali che l'hanno stordita.