Dal territorio, 14 marzo 2025

(Annalisa Andreini) 101 anni e non sentirli affatto.

Una conoscitrice d’arte, fuori dal comune.

Stiamo parlando di Guglielma Gregori, nata a Cremona il 7 marzo 1924 e nota a tutti con il nome più familiare di signorina Mina.

Settimana scorsa ha spento le sue 101 candeline festeggiando in splendida forma.

Legata alla sua famiglia, in particolare alla sorella Luisa, scomparsa poco fa, e alle nipoti Sandrina e Maria Cristina Bandera, storiche dell’arte.

Una donna di grande cultura: professoressa emerita presso l’Università di Firenze, Cavaliere di Gran Croce della Repubblica Italiana, socia dell’Accademia dei Lincei e Commandeur de l’Ordre National des Arts et Lettres della Repubblica Francese.

Il suo grande merito è stato quello di riuscire ad affermarsi in un mondo degli studi storico-artistici allora prettamente maschile. 

Dalla mamma ha ereditato il gusto dell’arte, che ha poi accompagnato i suoi studi e la sua professione, arricchita dalla grande passione. 

Dopo aver frequentato il liceo di Cremona si fece subito notare all’università di Firenze per la sua dote innata: riconoscere i nomi degli autori ancor prima di essere svelati.

All’Università di Bologna, durante il suo percorso di studio e di ricerca, seguì anche le lezioni di storia dell’arte di Roberto Longhi, maggior conoscitore del tempo, per cui nutriva profonda ammirazione. 

Si laureò nel 1949 proprio con Longhi discutendo una tesi dedicata a Luigi Miradori.

La signorina Mina fece subito notare la sua grande abilità nell’analisi dettagliata di un’opera d’arte, attraverso tecnica, stile e simboli per giungere ad individuarne con certezza l’autore. 

Il mantra che ricordava agli studenti, che hanno avuto il privilegio di conoscerla, è sempre stato quello di esercitare l’occhio: osservare le opere d’arte con attenzione e senso critico.

E infatti, negli anni di intensa carriera, era solita trascorrere intere giornate all’interno di musei e pinacoteche.

Era anche nota per due grandi qualità, rettitudine e laboriosità lombarde, ereditate dal papà ingegnere.

Continuò l’opera del professor Longhi curando in prima persona la storica mostra allestita a Palazzo Reale a Milano nel 1951 Caravaggio e i Caravaggeschi, un’esposizione molto fortunata e in seguito la mostra longhiana Pittori della realtà in Lombardia, nel 1953. Si è dedicata anche all’insegnamento universitario e alla scrittura: è stata assistente ed erede di Longhi prima come docente aggregato e poi come professore ordinario di Storia medievale e moderna.

È autrice di oltre 400 saggi, in cui ha reso note al pubblico opere d’arre pressochè sconosciute e vari volumi, tradotti anche in diverse lingue.

Una grande carriera, dunque, che le ha consentito di incontrare studiosi di rilievo dell’epoca, come Giovanni Testori e Federico Zeri, ma che le ha anche imposto dei sacrifici, soprattutto nella sfera privata.