Crema, 27 dicembre 2024

(Annalisa Andreini) Un Natale speciale.

Il messaggio profondo del Natale: pensare all’altro e mettersi nei suoi panni, raccolto anche da alcuni cremaschi che si sono messi a disposizione.

È questo lo spirito che anima i tanti volontari che anche quest’anno si sono dati da fare per il pranzo di Natale nella mensa dell’Opera San Francesco per i Poveri di Milano.

L’Opera gestisce nella città meneghina due mense, tra cui quella di piazza Risorgimento ed è aperta dal lunedì al sabato a pranzo (11.30-14.30) e a cena (18-20). La sala è molto capiente e può accogliere 120-130 persone in difficoltà, in particolare i senza dimora. 

Grandi i numeri coperti: a pranzo solitamente 1400-1500 pasti e 1100 a cena. 

E poi c’è il pranzo di Natale, che illumina di una luce particolare coloro che si mettono al servizio degli altri.

“Solitamente le squadre che si occupano della cucina e del servizio sono composte da due referenti - dichiara un volontario cremasco che vuole restare anonimo - e gestiscono 13-15 volontari. A volte arrivano anche alcuni volontari dall’esterno: si tratta di aziende che si propongono sempre con lo spirito di aiuto, verso gli altri attraverso donazioni o mansioni pratiche. L’Opera San Francesco infatti è gestita dai frati, coadiuvati da altro personale che si occupa della cucina e della pulizia e soprattutto da tanti volontari che gestiscono il servizio ogni giorno. Senza di loro non si potrebbe mai fare tutto ciò che facciamo".

Oltre ai frati c’è un responsabile che coordina ordini e donazioni.

Tra i volontari è un turn over continuo: alcuni vanno e vengono, alcuni restano per tanto tempo." Io vengo tutti i martedì - continua il volontario, - in modo continuativo, da quasi due anni. 

È un sistema ben gestito e organizzato, che assicura un’assistenza per i più poveri, a cui viene fatto una sorta di colloquio. Ricevono poi una tessera per poter accedere alla mensa e ad altri servizi, come la possibilità di fare una doccia una volta la settimana, avere vestiti e anche un aiuto più significativo nei casi più disperati. Tre volte la settimana c’è anche l’assistenza specifica per le donne vittime di violenza e sono presenti anche delle guardie per controllare gli ingressi”. 

Cosa significa prestare volontariato in questa mensa il giorno di Natale? 

“È un’esperienza molto bella, un modo semplice per aiutare gli altri e donare un sorriso. Si riceve molto, ci si arricchisce personalmente entrando in contatto con queste persone deboli che cercano di sopravvivere - continua il volontario - e sono tutte poi molto riconoscenti”. 

Di che nazionalità sono le persone che vengono qui? 

“Di tutte le nazionalità ma soprattutto sudamericani e africani”. 

Cosa hanno mangiato a Natale?

“ Una focaccina (al posto del pane) con un piccolo antipasto, le lasagne che sono sempre molto apprezzate, pollo con le patate che piace tanto (per motivi religiosi per le preparazioni si privilegia sempre carne di maiale, pollo e tacchino e solitamente le cosce di pollo sono gradite) e, per finire, macedonia e un dolcetto a forma di stella.  Al termine del pranzo è stato consegnato a tutti, come sempre, un piccolo regalo”.

Tanti volontari, dunque, anche in questo Natale 2024 che, vestiti di rosso, con il loro impegno e il loro sorriso hanno teso una mano alla solitudine e alla sofferenza.