Sergnano, 30 dicembre 2024

(MDA) Iniziano già a farsi sentire anche nel territorio cremasco gli effetti della normativa regionale approvata ad inizio dicembre che rende opzionali le valutazioni di impatto ambientale (autorizzazioni VIA) per l’ampliamento e la creazione di nuovi impianti biogas e biometano. Rendendo la VIA obbligatoria solo per impianti superiori alle 500 tonnellate/giorno, che provengano almeno per il 70 per cento da reflui di allevamento zootecnico, sono stati di fatto rimossi i controlli ambientali per la maggior parte degli impianti in attesa di autorizzazione. A Sergnano, infatti, la Energia Verde Bio Sergnano Società Agricola srl di Romano di Lombardia, società proponente di un nuovo impianto di biometano di 499 sm3/h, richiamando la recente legge varata dal Pirellone, ha richiesto l'archiviazione della pratica VIA avviata lo scorso autunno e richiesta dalla provincia di Cremona in conferenza dei servizi dopo aver appurato il possibile impatto ambientale. Ma la nuova norma regionale ha stabilito che quello che fino a ieri aveva impatto ambientale, all'improvviso, ora non lo ha più. Da qui la richiesta del proponente, ed è molto probabile che non sarà l'unico caso considerato l'elevato numero di richieste pendenti a livello provinciale. A preoccupare gli amministratori locali è il fatto che l'innalzamento delle soglie sotto le quali non è più prevista la valutazione di impatto ambientale, toglierà una procedura di controllo fondamentale per la tutela della popolazione e del territorio alla quale potevano partecipare gli enti locali. Nel nuovo iter autorizzativo semplificato per il rilascio della PAS di competenza del Comune di Sergnano, tuttora in corso, l'azienda ora dovrà solo dimostrare che il piano di alimentazione del nuovo impianto di biometano contempli, tra le matrici in ingresso all’impianto, reflui di allevamento zootecnico in percentuale superiore al 70% e per l'autorizzazione la strada sarà in discesa. Con buona pace dei sindaci dei comuni limitrofi di Casale Cremasco Vidolasco , Campagnola Cremasca, Pianengo e Ricengo, che avevano presentato numerose osservazioni critiche nei confronti del progetto (dal punto di vista dell'inquinamento e per l'impatto viabilistico), e che avevano trovato ragione anche nei pareri espressi da Arpa e Ats (enti per la tutela ambientale e sanitaria) che avevano portato alla richiesta di valutazione di impatto ambientale. Sulla norma comunque è già stato sollevato un dubbio sul rispetto della Costituzionalità. Come ribadito dal Consiglio di Stato, gli impianti a biogas e biometano, pur essendo considerate fonti rinnovabili, restano comunque al contempo impianti di trattamento rifiuti, e quindi soggetti alle forme di tutela ambientale previste dall’ordinamento nazionale: le procedure di VIA. La Costituzione in questo è molto chiara: le forme di tutela ambientale previste dall’ordinamento nazionale non possono essere derogate o indebolite dall’ordinamento regionale.