
Rivolta d’Adda, 01 agosto 2025
(Gianluca Maestri) Il gruppo di minoranza RivoltiAmo e il circolo locale del Pd tornano a chiedere le dimissioni del sindaco Giovanni Sgroi, il medico posto agli arresti domiciliari dalla fine di maggio con l’accusa di violenza sessuale su alcune pazienti e per questa vicenda sospeso dal prefetto di Cremona dal suo ruolo di primo cittadino di Rivolta d’Adda.
“Una settimana dopo l’incidente probatorio – spiega il consigliere comunale di RivoltiAmo Andrea Vergani parlando anche a nome delle colleghe Elisabetta Nava, Marta Andreola e Francesca Mapelli - apprendiamo dai giornali le parole dell’avvocato di Sgroi che riferisce di chiarimenti sulla vicenda con un atteggiamento di dolorosa consapevolezza nella rivisitazione corretta degli eventi. Leggiamo inoltre titoli che indicano le prime ammissioni sugli abusi alle pazienti da parte di Sgroi. Chiediamo le sue immediate dimissioni che sarebbero dovute arrivare subito e che ora sono imprescindibili. Chiediamo urgentemente che la maggioranza consiliare si discosti politicamente, ora che sulla stampa i titoli indicano le prime ammissioni sugli abusi alle pazienti da parte di Sgroi. Se già stridevano le parole di vicinanza al sindaco della sua vice Marianna Patrini nei giorni immediatamente successivi all’arresto, ancor più oggi il silenzio dell’intera maggioranza risulta del tutto inaccettabile per il rispetto del comune di Rivolta d’Adda come istituzione. Nessuno e nessuna delle persone che siedono in consiglio in maggioranza si senta escluso dall’appello. Ribadiamo la nostra volontà di contribuire a cambiare la situazione dimettendoci, pur sapendo che l’arrivo di un commissario non sarà un bene per il paese ma anche consci che si tratta di arrivare alle elezioni della primavera del 2026. Chiediamo, infine, alla società civile di Rivolta d’Adda che in questi mesi ha parlato sempre e solo nel privato, di emergere e fare sentire pubblicamente e senza timore la propria voce”.
Marianna Patrini e l’amministrazione di centrodestra respingono la richiesta di minoranza e Pd e ribadiscono l’intenzione, in precedenza già espressa, di proseguire. “Mi sembra inopportuno –dice la vicesindaco- trattare una questione strettamente personale continuando ad interessare la sfera politica”.