
Castel Gabbiano, 02 luglio 2025
(Niall Ferri) È finita in Parlamento la vicenda legata alla realizzazione di un nuovo polo logistico da parte della società P3 Logistic Parks nel territorio di Castel Gabbiano.
Il progetto prevede l’urbanizzazione di circa 50mila metri quadrati di terreno agricolo vergine in una zona attualmente priva di infrastrutture adeguate, come collegamenti ferroviari e a poca distanza da un capannone dismesso da anni. Il deputato Devis Dori di Alleanza Verdi Sinistra ha depositato un’interrogazione rivolta ai ministri dell’Ambiente e delle Infrastrutture per chiedere chiarimenti sull’intervento, sollevando dubbi sull’ennesimo consumo di suolo nell'alto cremasco, una delle aree già fortemente colpite dallo sviluppo incontrollato della logistica. Secondo i dati allegati all’interrogazione, tra il 1999 e il 2024 la sola Lombardia ha perso oltre 2mila ettari di suolo a causa degli insediamenti logistici, con una media di 82 ettari l’anno. La provincia di Cremona ne ha sacrificati più di 140. L’espansione, spiegano i firmatari, è spesso disordinata, scollegata da una visione regionale coordinata e insostenibile sotto il profilo ambientale.
Nonostante le recenti limitazioni adottate da comuni vicini come Pandino, Spino d’Adda e Rivolta d’Adda, Castel Gabbiano ha approvato una variante al Piano di governo del territorio per rendere possibile l’intervento.
Andrea Ladina, responsabile provinciale di Europa Verde, commenta: “Abbiamo chiesto che si metta uno stop al continuo consumo di suolo, a fronte del fatto che in molte realtà esistono aree industriali e commerciali inutilizzate. Solo nel cremasco ci sono circa 100 capannoni vuoti. Le alte temperature di queste settimane in tutta Europa sono anche il frutto della perdita di biodiversità e di territori agricoli. Siamo a fianco dei consiglieri comunali Ettore Premoli, Luciano Belotti, Pier Angelo Bianchessi e del Comitato No Logistica”.
Il clima è teso anche in consiglio comunale. Il consigliere di minoranza Luciano Belotti accusa l’amministrazione di non aver garantito trasparenza: “L’amministrazione è ormai alla frutta. Dopo l’ultimo consiglio infuocato, è stato chiesto l’intervento del prefetto per la revoca della seduta, dato che non c’era nulla di chiaro, a dir poco. Ma l’aspetto più grave è la mancanza di possibilità di confronto: il dialogo viene sistematicamente rifiutato, trincerandosi dietro argomentazioni non veritiere”.
Belotti aggiunge che la Corte dei conti sarebbe in attesa di chiarimenti su più fronti, così come le prefetture di Cremona e Milano, la Guardia di Finanza e la polizia postale: “Il nostro legale, l’avvocata Cristina Mandelli, sta esaminando le carte relative alla logistica, ma risultano ancora incomplete, anche dopo la diffida già inviata. Confidiamo molto in questa interrogazione parlamentare per fare chiarezza su molteplici criticità, a partire dal consumo di suolo sconsiderato, a fronte di un’area dismessa da anni e contaminata da tonnellate di amianto, che nessuno ha mai provveduto a bonificare”.
Intanto i cittadini, riuniti nel comitato “No logistica Castel Gabbiano”, continuano la mobilitazione per fermare quello che considerano l’ennesimo scempio ambientale.