Crema News - Crema - I cremaschi per Napoleone Napoleone

Crema, 15 agosto 2025

(Bernardo Zanini) Dopo la disastrosa campagna di Russia, le perdite dell’esercito di Napoleone furono immense, si stima che dei 600.000 soldati partiti, meno di un decimo fece ritorno, con 100.000 prigionieri. Con la debolezza dell’esercito francese, le altre nazioni europee non esitarono ad attaccare le forze francesi, solo l’Austria si mantenne neutrale. Nonostante le difficoltà dell’esercito francese, con la mancanza di veterani e con le nuove reclute appena addestrate, Napoleone riuscì dopo le battaglie di Lùtzen e di Bautzen a trasformare quella che era una sconfitta in una situazione di stallo, fu allora che i diplomatici austriaci, riuscirono ad ottenere un cessate il fuoco da ambo le parti, sfociato nell’armistizio del 4 giugno 1813. La speranza di Metternich era che l’Imperatore si rendesse conto della reale situazione in cui versava l’esercito francese, e che aspirasse ad una pace duratura per salvaguardare quello che restava del suo impero. Le spie francesi avevano avvertito Napoleone che l’impero austriaco stava radunando le armate per far parte della nuova coalizione anti francese. Fu così che l’imperatore che era ancora Re d’Italia, diede il mandato di reclutare almeno 80.000 soldati e cavalieri al figliastro e vicerè Eugenio de Beuaharnais. La maggior parte delle truppe italiane e francesi, con ufficiali, cavalleria e cannoni era morta e sparita in Russia, anche se i reggimenti italiani diedero prova di valore, infatti si erano distinti per la preparazione militare, nelle battaglie di Krasnoi e di Malojaroslavec, quest’ultima considerata come la battaglia degli Italiani. Per cui Eugenio, dovette partire da zero, per ricostituire l’armata. In tre mesi riuscì a radunare 45.000 soldati, 1500 cavalieri e 130 cannoni riuniti in sei divisioni di fanteria, tre battaglioni di riserva e 12 squadroni di cavalleria. Tutte le città e i paesi italiani offrirono soldati, cavalieri, cannoni, cavalli da tiro e somme di denaro in grande quantità, per confezionare uniformi, stivali, armi, segno della devozione che avevano ancora per Napoleone. Nel febbraio 1813, i dipartimenti e i funzionari del Regno Italico, avevano già sottoscritto offerte per 1939 cavalieri montati ed equipaggiati, 955 cavalli per i corpi di cavalleria, 391 cavalli da tiro e ingenti somme di denaro. Nei primi di aprile le offerte erano aumentate a 2016 cavalieri, 3689 cavalli e circa 600.000 lire in denaro contante. I dipartimenti del resto della penisola Italiana soggetti alla Francia opportunemente sollecitati dal Melzi, per non rimanere secondi a quelli del regno italico, mandarono alti personaggi a Parigi a ossequiare Napoleone e ha portargli denaro contante, e offerte di cavalli, soldati, armi e cannoni. Solo Genova offriva 201.000 lire per l’equipaggiamento della guardia d’onore e un centinaio di cavalli per trainare i cannoni. La città di Firenze stimolata dal sindaco Pucci, offriva uno squadrone di cavalleria, mentre Roma per opera del Braschi organizzava due squadroni di cavalleria nel numero di 240 cavalieri. La città di Bologna offriva 500 cavalieri armati ed equipaggiati, mentre la città di Gubbio donava 500 cavalieri armati ed equipaggiati ed anche 100 cavalieri montati ed equipaggiati. Fu così che mentre le città offrivano generosamente, anche i piccoli comuni donavano quello che potevano in soldati, cavalieri e anche piccole somme di denaro. A Milano l’Imperatore aveva creato un corpo di zappatori pompieri, per spegnere gli incendi, erano 140 giovani volontari sui 20 anni perfettamente addestrati all’uso delle armi e il 25 febbraio 1813, dalla caserma delle Grazie scrissero all’Imperatore: Sire ordinate che deposte le nostre macchine idrauliche ci vengano rimessi dei cannoni da condurre in mezzo ai vostri battaglioni e con essi vomitare la morte contro l’audace scita.

 Fu un mirabile sforzo con una grande conpartecipazione per ricostruire l’armata a difesa dell’impero Napoleonico.

 I cavalieri italiani reclutati erano di tre tipologie: c’erano cavalieri montati ed equipaggiati che confluirono nei ranghi della cavalleria leggera ed erano cacciatori, lanceri e ussari, specializzati in ricognizioni, scaramucce e attacchi a sorpresa per sollecitare il nemico alla battaglia, erano armati di sciabola, pistola e carabina. Poi c’erano i cavalieri montati, armati ed equipaggiati che costituirono i dragoni, armati di una sciabola pesante, con la pistola e il moschetto che venivano posizionati in una tasca degli stivali e potevano combattere sia a piedi che a cavallo. C’erano anche i cavalieri armati che andarono a ingrossare la fanteria di linea. Nell’elenco completo delle offerte delle città italiane, non poteva mancare Crema per la ricostruzione dell’armata di Napoleone.

…” Indirizzo della città di Crema a sua Maestà Imperiale e Reale” …

Sire,

la città di Crema e le Comuni componenti il cantone primo, commosse dalle vicende rese pubbliche col memorando bollettino n. 29, seguendo l’esempio delle città dell’impero e della capitale del Regno, osano offrire alla Maestà Vostra, sette cavalieri montati e vestiti a loro spesa.

Non ostante l’ampiezza de’ mezzi che sono a disposizione dell’estesa vostra possanza ci sarà molto soddisfacente se Vostra Maestà Imperiale e Reale, coll’innata sua clemenza non isdegnerà questo contrassegno d’amore e di devozione dei fedeli sudditi di questo cantone.

Della Sacra Imperiale e Maestà Vostra.

Gli umilissimi e fedeli sudditi.