Crema, 23 aprile 2025
Non sono pochi i cremaschi che in questi tredici anni di pontificato hanno avuto l’onore e il piacere di incontrare Papa Francesco. Alcuni di loro lo hanno incontrato andando a Roma con la comitiva della diocesi, altri sono riusciti ad avere un contatto più diretto; altri ancora hanno scambiato anche qualche parola.
Tra questi ultimi c’è don Natale Grassi Scalvini, oggi vicario a Sergnano, che ha avuto l’onore di incontrare Papa Francesco ben quattro volte.
“Ho avuto la fortuna di incontrare il Papa due volte nel mio periodo di studio a Roma, dal 2016 al 2017”.
Quando lo ha visto?
“La prima volta, nel 2016, ero alunno nel pontificio seminario lombardo. La scuola celebrava il 50mo di fondazione e il Papa venne a salutarci. Io ero tra i più giovani e quando venne da me mi disse: ‘Saluto tutti, ma tu ricordati di me e dà una buona testimonianza’. Quindi una seconda volta, l’anno successivo quando ero uno dei due rappresentanti degli studenti”.
L’incontro più emozionante?
“Senz’altro la terza volta. Il Papa aveva fatto organizzare un incontro con i sacerdoti che erano sopravvissuti al Covid. Io ero uno di questi. Eravamo una quarantina. Ci hanno fatto sedere e indossare tutti la mascherina. Papa Francesco è passato tra le sedie e da me si è fermato e mi ha detto: ‘Vedo che hai recuperato bene’. L’ho ringraziato e gli ho ricordato che era la terza volta che ero al suo cospetto”.
Infine la quarta volta.
“La più rocambolesca, il 15 aprile 2023. Eravamo a Roma con la diocesi per il ringraziamento della beatificazione di padre Alfredo Cremonesi. Quel giorno diluviava e qualcuno di noi si è rifugiato con due ore di anticipo nell’aula Paolo VI. A sorpresa il papa è arrivato con oltre un’ora di anticipo, si è fermato pochi minuti e poi se ne è andato. Una delegazione lo ha raggiunto in una sala a parte e lui ha dato la mano a tutti e se ne è andato. Chi è arrivato per l’ora stabilita non ha potuto vederlo”.
Anche il parroco don Lorenzo Roncali ha avuto il piacere di vedere il Papa.
“Ho visto il Papa nel 2019 per il 70mo del Csi, poi nel 2022 per il mio 25° di sacerdozio e nel 2023 con la diocesi”
L’incontro più emozionante?
“Il primo. Ho avuto la possibilità di parlargli insieme. Avevo portato con me due fotografie. La prima era di Matteo, un piccolo malato ricoverato al S. Matteo e la seconda di Jacopo, un ragazzo che era stato investito davanti a scuola e versava in gravi condizioni. Ho potuto raccontare al Papa le vicissitudini dei due malati e ho chiesto che lui pregasse anche per loro. Il Santo Padre mi ha sorriso e mi ha ringraziato per il pensiero, assicurandomi le sue preghiere. Ho riportato il messaggio ai parenti dei due ragazzi che sono stati molto felici”.