Crema News - Vailate - Via Caimi, via delle polemiche Il tratto di via Caimi con il nuovo asfalto

Vailate, 17 ottobre 2025

(Gianluca Maestri) Fra un po’ non la chiameremo più via Caimi ma via delle Polemiche. Quelle che ancora adesso non sono sopite, anzi.

In queste ore l’amministrazione comunale ha diffuso in paese un opuscolo nel quale viene ricostruita la vicenda relativa alla sostituzione, nel tratto di via Caimi che va dalla farmacia alla piazza della Chiesa, dei vecchi e ammalorati sampietrini con l’asfalto (un primo manto, steso in primavera, si è rivelato inadeguato ed è stato sostituito nelle scorse settimane).

“Quelli che oggi ci accusano di non aver fatto le cose correttamente - si legge nello scritto dell’amministrazione- nel 2003 avevano rifatto il fondo di via Caimi in cubetti di porfido senza mai richiedere autorizzazione poiché la Soprintendenza ha rilevato che nei suoi archivi non risulta alcuna richiesta di autorizzazione inerente la posa della pavimentazione in porfido. Quell’intervento non ha nulla di storico. Già in quell’anno era in vigore una normativa che stabiliva che vie, piazze, edifici di interesse storico o artistico e alberi storici dovessero essere sottoposti all’autorizzazione della Soprintendenza”.

L’amministrazione continua parlando del provvedimento autorizzativo del nuovo asfalto da parte delle Belle Arti sottolineando come la preferenza indicata dall’autorità con sede a Mantova per i cubetti in porfido sia un semplice consiglio estetico e come la scelta della nuova pavimentazione abbia armonizzato esigenze estetiche, economiche, tecniche e prestazionali. “L’alternativa del ripristino dei cubetti più grandi - precisano gli amministratori - avrebbe richiesto un nuovo sottofondo, l’uso di leganti speciali e costi più che raddoppiati rispetto a un manto bituminoso e la manutenzione annua sarebbe costata 8-10mila euro”.

Dall’opposizione arriva la reazione del gruppo di minoranza Prima Vailate. “Il centro - afferma il capogruppo consiliare Pierangelo Cofferati - è stato rovinato dal punto di vista estetico. Cosa poteva fare la Soprintendenza? Prendere atto di una realtà già compromessa e compromessa prima di una sua autorizzazione e valutazione. Resta una domanda. Perché l’asfalto cambia colore davanti alla chiesa parrocchiale? Un lavoro a regola d’arte o un dolce effetto cremino? E infine, dopo fiumi di parole, cosa ci dice la stessa amministrazione comunale? Che la Soprintendenza avrebbe mantenuto la propria preferenza di principio per il porfido. Detto questo, detto tutto”.