Rivolta d’Adda, 31 dicembre 2025

(Gianluca Maestri) C’è un luogo a Rivolta d’Adda dove il Capodanno è già stato festeggiato. Un capodanno alternativo, una festa semplice ma densa di significato perché trascorsa assieme alle persone più fragili e più piccole: gli ospiti della casa-famiglia Padre Spinelli.

È nella struttura di via Galilei che le suore Adoratrici del Santissimo Sacramento, che la gestiscono, hanno promosso nei giorni scorsi un campo-servizio residenziale per giovani ai quali è stato chiesto (anche ma non solo) di preparare la festa di Capodanno.

Fai l’ultimo con gli ultimi, questo il titolo del campo-servizio, ha visto protagonisti nove studenti universitari sui vent’anni di cui sei dalla diocesi di Modena, una da Rivolta d’Adda e due da Calvenzano dal tardo pomeriggio di venerdì 26 al dopo-colazione di lunedì 29.

“Prima del Covid – racconta suor Stefania Peri, punto di riferimento per casa-famiglia - esperienze del genere venivano da noi organizzate sia in estate che in inverno. Dopo la pandemia quella dei giorni scorsi è stata la prima dal lungo stop. L’obiettivo non era solo organizzare una festa di capodanno con i nostri ospiti ma anche riflettere su una determinata tematica, quella del farsi piccoli con i piccoli, i fragili, gli ultimi, scoprendo quanto sia bello condividere certi momenti con loro”.

Iniziata con un’escape room la sera di Santo Stefano dal museo di San Francesco Spinelli, in casa madre delle Adoratrici, fino a casa-famiglia il campo-servizio è proseguito sabato con le testimonianze di alcuni ospiti e domenica con la messa di chiusura dell’anno giubilare celebrata da padre Piero Pandolfi, terminata la quale sono iniziati i preparativi per la festa di capodanno. Una festa bella, all’insegna della gioia e dell’amicizia con l’animazione, una pizzata e l’immancabile brindisi. Fra gli animatori presenti, anche i volontari dell’associazione 2+2=5 (co-organizzatrice dell’evento) il cui presidente Mattia Borelli e un’altra volontaria avevano vissuto, quando erano più giovani, un’esperienza del genere.

Lunedì mattina, dopo colazione, i saluti e il ritorno a casa dei nove ragazzi, arricchiti da un’esperienza unica.