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Dal territorio, 23 gennaio 2025

(Annalisa Andreini) Giornata mondiale della scrittura a mano: ma è ancora... in buona salute?

È una giornata che è stata promossa inizialmente dagli Stati Uniti (nel 1977) per scongiurare la scomparsa della scrittura manuale. In Italia esiste un progetto di legge del 2023 pensato per promuovere il valore prezioso della scrittura manuale, che può contribuire allo sviluppo e all’evoluzione armoniosa della persona.

Il gesto di scrivere coinvolge tutta la persona: la mente, la mano, il cervello e il cuore. 

La scrittura a mano (e quindi la calligrafia) stimola diverse aree cerebrali, molto diverse rispetto alla scrittura digitale: il riconoscimento delle lettere che, come sosteneva Maria Montessori, dovrebbe cominciare nella scuola dell’infanzia, l’ortografia, la ricchezza del linguaggio, la lettura, la memoria, la concentrazione, la capacità di comporre il testo, la fantasia, la creatività.

La scrittura è emozione, secondo il parere di diversi esperti. 

E, in effetti, scrivere a mano coinvolge molto la parte psicologica: una scrittura che si legge bene ed è piacevole può favorire l’autocorrezione (rispetto alla scrittura sui dispositivi digitali), la rilettura e soprattutto l’autostima. 

Se i gesti grafici sono fluidi e scorrevoli( è infatti essenziale lo scorrimento da sinistra a destra) portano ad una personalizzazione della scrittura come espressione di sé.

Scrivere diventa così un modo per liberare sentimenti ed emozioni.

Scrivere è anche il primo passo per aiutare a pensare e a ragionare e per mettere in gioco se stessi.

Purtroppo già da diversi anni nelle scuole primarie e secondarie l’utilizzo del corsivo è venuto sempre meno, anche se si sta cercando di tornare indietro e recuperare questa pratica diventata sempre meno frequente nella scuola dell’obbligo. 

Secondo una ricerca effettuata nel corso del 2023, il 90% dei ragazzi arriva alla scuola media senza saper scrivere in corsivo. Perché?

Tanti i motivi, che dipendono principalmente dalle linee guida dei vari istituti comprensori e dalle scelte didattiche dei team.

Spesso le insegnanti della primaria lasciano ai bambini la facoltà di scelta nell’uso del corsivo o dello stampato, rispetto a un tempo in cui vigevano dei parametri fissi legati alla calligrafia. Alcuni docenti sottolineano anche i problemi di spazialità e di motricità fine di alcuni alunni e quindi li lasciano più liberi di scegliere la modalità di scrittura. 

Scrivere in stampatello, insomma, risulterebbe più semplice ma non può dare certamente tutti i vantaggi legati al corsivo nello sviluppo psicomotorio, nella sequenzialità, nell’attenzione e nel percorso stesso di apprendimento individuale( capacità di lettura e calcolo). 

E soprattutto è vincolato strettamente al pensiero: scrivere in corsivo insomma è come accendere un po’ il cervello.