Crema News - Agnadello - Ato, non ci rappresenta Stefano Samarati, sindaco di Agnadello

Agnadello, 15 aprile 2025

Il sindaco di Agnadello, Stefano Samarati scrive sulla vicenda Ato, dove i rappresentanti sono stati scelti con voto ponderato e non per fasce di popolazione.

"Ato, rappresentanza tradita: una pagina imbarazzante per la politica provinciale

L’Ato è – o per meglio dire, dovrebbe essere – l’organo di programmazione, pianificazione e controllo del gestore del ciclo idrico integrato Padania Acque. Un ruolo di fondamentale importanza, che implica una responsabilità ben precisa: rappresentare in modo equo e trasparente l’intero territorio provinciale. Ma evidentemente, per qualcuno, questa rappresentanza non è una priorità. Anzi, è diventata un ostacolo. Durante l’ultima seduta, tra i temi centrali all’ordine del giorno, spiccavano le modalità di voto e le candidature per il nuovo Consiglio di Amministrazione. L’unica proposta ufficiale – limpida, trasparente, aperta al confronto – è arrivata dal presidente dell’assemblea, Michelle Marchi. Già 45 giorni fa, Marchi aveva avanzato un sistema di voto basato su fasce di popolazione, affinché ogni sindaco potesse esprimere il proprio rappresentante in modo proporzionale al numero degli abitanti. Una proposta equa. Inclusiva. Profondamente democratica.

Forse, però, troppo democratica per qualche “democratico”.

Quello che è seguito è stato uno dei momenti più opachi e deludenti della recente storia politica provinciale. Dopo un iniziale sostegno, anche da parte del presidente della Provincia Roberto Mariani – confermato da una telefonata diretta con Marchi – la posizione condivisa è stata clamorosamente smentita in assemblea. Tradita. Si è scelto invece di tornare al voto ponderato: un metodo che accentra il potere nelle mani di pochi, penalizzando ancora una volta i territori più piccoli e vanificando ogni principio di rappresentanza.

Lo sfogo di Marchi, inevitabile e legittimo, è stato derubricato con un invito a un colloquio privato, fuori dall’assemblea. Un tentativo maldestro di silenziare il dissenso e di evitare un confronto pubblico. Una scena surreale. Una pagina imbarazzante. Una brutta lezione di politica.

Questa non è solo una brutta figura. È un colpo durissimo al concetto stesso di rappresentanza territoriale. E il paradosso è ancora più grave se si considera che, proprio in questi giorni, quegli stessi sindaci che hanno boicottato il confronto democratico stanno promuovendo a gran voce l’importanza di rappresentanze territoriali nei tavoli dell’area omogenea cremasca e nel comitato ristretto di Consorzio.It. Tavoli che, a questo punto, rischiano di essere solo vetrine vuote, buone per la propaganda e nient’altro.

E allora, tornando al cuore del problema: se davvero si vuole rilanciare questa provincia – oggi più che mai immobile, ferma, bloccata – si deve ripartire dal rispetto reciproco, dalla coerenza, dalla lealtà istituzionale. Non si può invocare l’omogeneità dei territori un giorno e calpestarla il giorno dopo. Non si può predicare la rappresentanza e poi praticare l’esclusione.

È ora che i colleghi del cremasco si guardino allo specchio. E si pongano una domanda scomoda, ma necessaria: stiamo davvero lavorando per il territorio… o solo per noi stessi o per gli interessi di altri?".