
Dal territorio, 04 luglio 2025
Una persona si è presentata nei giorni scorsi presso la questura per denunciare un tentativo di truffa a suo danno. Oltre all’enorme cifra che l’uomo ha rischiato di perdere, circa 30mila euro, è allarmante il fatto che le chiamate ricevute apparissero come effettivamente provenienti dai numeri di telefono del suo istituto bancario e, successivamente, della stessa questura di Cremona.
E, in effetti, questo è possibile grazie a tecniche di manipolazione informatica dei dati trasmessi, consistenti nella falsificazione del dato visibile per rendere irriconoscibile la sorgente. Questa tecnica, denominata spoofing, è molto insidiosa e la si può ovviare solo prestando molta attenzione. Per accertarsi se una chiamata proveniente dal numero di telefono fisso (non dai cellulari perché le chiamate ufficiali vengono sempre fatte da numeri della rete fissa) della banca o delle forze dell’ordine sia reale, basta dire all’interlocutore che riagganciate e sarete voi a ricontattarli. Occorre poi controllare in internet il numero fisso dell’interlocutore (banca o forze dell’ordine) e chiamare quel numero. Si avrà in tal modo certezza sul reale interlocutore.
Analogo discorso vale per i messaggi fasulli che appaiono sul telefono della vittima, come provenienti dalla propria banca, addirittura nella stessa chat dove sono conservati i messaggi originali inviati dall’istituto di credito.
Nel caso della scorsa giornata, questa persona si è rivelata molto accorta. Insospettita dalla richiesta di un bonifico da parte del presunto poliziotto, si è presentata subito negli uffici della questura per chiedere conferma della richiesta. Così facendo, è stato facile per gli agenti smascherare il truffatore e salvare i risparmi che la vittima ha rischiato di perdere.
Al fine di prevenire altre truffe a danno dei cittadini, ecco una serie di consigli della polizia:
- MAI cliccare su un link contenuto in un messaggio che sembra provenire dal vostro istituto di credito.
- Diffidare dalle chiamate con toni ultimativi o intimidatori che sembrano provenire da operatori del vostro istituto di credito che ci prospettano la chiusura del conto bancario, il blocco della carta di credito o eventuali sanzioni se non si dovessero compiere subito certa azione, oppure da persone che si presentano come appartenenti alle Forze dell’Ordine e vi chiedono di interagire con i vostri conti correnti. Sono subdole strategie per spingere il malcapitato a fornire informazioni e dati personali senza rifletterci troppo. Gli operatori telefonici hanno normalmente un atteggiamento cortese nei confronti dei clienti e sono disponibili. Invitiamo chi ci sta contattando a riagganciare dicendo che chiameremo noi direttamente la nostra banca per avere informazioni più dettagliate. A quel punto si può decidere di chiamare il proprio istituto di credito all’utenza affidabile e avere certezza della reale situazione.
- Non fornire mai a nessuno dati e informazioni personali, codici di accesso, Pin, Otp, dati bancari e della carta di credito. È importante tenere presente che le banche e le aziende fornitrici di carte di credito conoscono già determinate informazioni sensibili sul nostro conto e risulta anomalo che ci chiedano proprio quelle informazioni che, di solito, esse stesse ci invitano a mantenere riservate.