Crema News - Non siamo soli Don Natale Grassi Scalvini, autore della riflessione

Cremasco, 26 maggio 2024

SS. Trinità

 La Parola: ​​Dt 4,32-34.39-40  Sal 32  Rm 8,14-17 Mt 28,16-20:

 Dal Vangelo secondo Matteo Mt 28,16-20

 In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Parola del Signore.


(Don Natale Grassi Scalvini) Ogni sera, prima di cominciare il consueto momento di visita alle famiglie, ci chiediamo se anche stavolta pioverà. Ormai ci stiamo chiedendo se addirittura continuerà a piovere per sempre. In realtà sappiamo che tra poco magari scoppierà l’estate con caldo afoso e senza più pioggia. Invece il Signore Gesù ai suoi discepoli, e quindi a tutti noi che pure veniamo dopo molti secoli, ha promesso una vicinanza che dura davvero per sempre, tutti i giorni fino alla fine del mondo.

Certo, vedendo come noi uomini siamo riusciti a rovinare il mondo con uno sfruttamento scriteriato dei beni della terra o peggio ancora come riusciamo a rovinare la cosa più bella che è la vita e in particolare la vita umana, ci viene quasi da pensare che Gesù ci abbia invece lasciati proprio da soli. Non possiamo negare il male che sta attorno a noi sia quello più prossimo, come quello dei teatri di battaglia sparsi nel mondo, ma sappiamo bene che tutto questo è soprattutto colpa dell’egoismo e della cattiveria umana. Quando chiediamo al Signore di intervenire per castigare i malvagi e per aggiustare un po’ le cose, almeno quelle più drammatiche e dolorose, mettendosi al nostro fianco per vincere il male, di solito dimentichiamo che invece lui è davvero già presente e vicino a noi e pronto a sostenere le nostre buone intenzioni.

Purtroppo queste restano per lo più solo delle buone intenzioni perché pensiamo subito che non possiamo farcela, che il mondo è troppo grande, che il male è troppo forte e allora ci richiudiamo nel nostro tranquillo tran tran, pieno dei nostri piccoli problemi quotidiani, in fondo contenti che le cose peggiori avvengano lontano da noi. Certo non possiamo pretendere di andare a sistemare le cose in giro per il mondo, ma non dobbiamo neanche aspettarci la bacchetta magica di Dio che aggiusta i nostri errori. Cominciamo allora a sentirci noi per primi impegnati ad annunciare la parola di Gesù, pronti davvero a diffondere nel mondo il primo dono del Cristo risorto agli uomini di buona volontà: quella pace che lui ha sempre augurato come primo saluto ai suoi amici più cari ma che attraverso loro vuole arrivare a tutti i secoli, e grazie alla testimonianza dei credenti, a toccare tutti gli uomini, anche quelli che non lo conoscono o lo rifiutano.

 Se volessimo imporre a tutti gli uomini il segno della croce, che distingue la nostra fede, sia per il riferimento alla morte di Gesù come anche per la trinità ed unità di Dio, probabilmente tradiremmo lo stesso comando di Gesù che ci ha mandato esplicitamene ad annunciare, anzi a dare la buona notizia del suo amore e della sua eterna vicinanza all’uomo attraverso il segno del Battesimo, senza crociate o imposizioni di sorta. Se vogliamo davvero insegnare a tutti gli uomini le sante parole di Gesù e i suoi comandamenti, a partire da quello dell’amore vicendevole, capite che dobbiamo cominciare innanzitutto a vivere questo amore quotidianamente, nelle nostre case, nelle nostre strade, suoi posti di lavoro, in politica come nei momenti di divertimento. Cerchiamo cioè di essere credenti nel profondo e all’esterno credibili testimoni dell’amore trinitario che ha riempito i nostri cuori e che deve adesso trasbordare dal nostro intimo nelle nostre parole ed opere finché tutti si rendano conto della veridicità della promessa del nostro Signore Gesù. Non preoccupiamoci di prolungare nei secoli dei secoli la realtà della vita cristiana perché quella promessa di Gesù di essere presente tutti i giorni non si riferisce soltanto alla durata del tempo fino alla fine ma si incarna proprio alla realtà di ogni e singolo giorno della nostra esistenza. Giorno per giorno lui è con noi e ciascun giorno è quello giusto e decisivo per giungere a toccare il cuore degli altri uomini con la nostra parola semplice e con le opere concrete del nostro amore.

Entrare nella logica del ‘per sempre’ può sembrare difficile in un mondo come il nostro che vive tutto sull’istantaneo e sul provvisorio, grazie alla velocità dei nostri attuali mezzi di comunicazione digitali, ma forse basterebbe trasformare in atteggiamento quotidiano la scelta di amarci di cuore e senza falsità per cominciare a vivere in questo giorno l’eternità a cui ci chiama il nostro Dio.

Non spaventiamoci del compito che ci spetta. Seguiamo invece l’esempio dei primi discepoli e facciamoci davvero continuatori dell’opera del Signore Gesù a favore di tutti gli uomini.