Cremasco, 22 dicembre 2024
IV Avvento C
La Parola: Mi 5,1-4 Sal 79 Eb 10,5-10 Lc 1,39-45:
Dal Vangelo secondo LucaLc 1,39-45
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) In questo periodo i telegiornali, insieme alle tristi notizie delle sofferenze di tanti popoli devastati nel corpo e nello spirito dalla guerra, ci raccontano delle tante persone che ogni giorno corrono impegnate a cercare i regali per Natale. Almeno in questo anche chi non festeggia in pienezza il Natale del Signore ma si accontenta del contorno gioioso e godereccio, assomiglia un poco alle vicende narrate nei vangeli.
Non solo oggi si dice che Maria in fretta va in montagna da Elisabetta, ma se fate mente locale ai racconti evangelici la nascita di Gesù avviene in mezzo a un gran movimento. Basta pensare all’angelo che viene da Maria e da Zaccaria e poi appunto Maria che va da Elisabetta e Maria e Giuseppe che vanno a Betlhemme e poi addirittura in Egitto per sfuggire ad Erode e i pastori che corrono alla capanna e poi i Magi che arrivano da così lontano che neanche sappiamo da dove e il tutto all’interno dei grandi movimenti dovuti al censimento generale dell’Impero romano.
Se però adesso pensiamo a come e quanto ci siamo mossi noi per poter andare incontro a Gesù, forse ci ritroviamo un po’ lenti se non addirittura fermi al palo, ancora al punto dello scorso anno se non addirittura un po’ più indietro, sempre più freddi e distaccati nei confronti del Signore.
Spero ve ne siate già accorti anche voi perché se aspettavate questo mio richiamo dobbiamo purtroppo riconoscere che ormai il tempo si è fatto breve e adesso non ci resta davvero che correre ai ripari e fare in modo almeno in questi ultimi giorni di trovare tempo e voglia per pensare al nostro spirito e preparare il nostro cuore all’evento che cambia la storia dell’uomo, predisponendo anche le opere necessarie per essere pronti ad accogliere Gesù.
Innanzitutto si tratta di trovare subito alcuni momenti di silenzio e di calma nella nostra vita, sempre troppo di corsa, perché la parola del Signore possa risuonare ancora dentro di noi, attraverso la rilettura dei racconti evangelici o delle profezie. Poi ne viene la necessità stringente di dare il nostro assenso come Maria alla volontà di Dio, perché quanto lui ci ha detto diventi vita concreta anche nelle nostre giornate. La fede nelle parole nel Signore ci deve portare a credere che il suo disegno d’amore per gli uomini si realizzerà anche se tante volte la nostra speranza di un futuro di pace e giustizia sembra infrangersi contro la dura realtà della cattiveria umana.
Concretamente siamo poi chiamati anche noi a metterci a disposizione di chi potrebbe aver bisogno di una mano, proprio come fa Maria andando a visitare Elisabetta e fermandosi da lei fino alla nascita di Giovanni il Battista. Le parole e i gesti concreti con cui possiamo imitare la Vergine Madre nelle nostre scelte quotidiane tocca a ciascuno di noi saperle trovare e realizzare se vogliamo davvero preparare non solo i pacchettini dei regali ma davvero il regalo più bello e più grande, quello che dobbiamo fare a Gesù, del nostro cuore rinnovato e convertito, pronti a seguire ogni giorno la sua volontà. Son giorni davvero belli questi e la gioia che ha provato Maria all’annuncio della realizzazione delle promesse di Dio, condivisa quasi subito con la gioia di Elisabetta, deve diventare anche la nostra vera gioia di cui le luci, i regali, i momenti belli vissuti in famiglia possono rappresentare il giusto contorno e un modo davvero bello di condividere il lieto annuncio della venuta in mezzo a noi del Figlio di Dio.
Non ci illudiamo adesso di riuscire a recuperare tutto in pochi giorni e di essere davvero pronti a partecipare in pienezza al senso spirituale mistico e nello stesso tempo molto concreto della incarnazione del Figlio di Dio. Ma almeno non perdiamo queste ultime occasioni per camminare un poco anche noi, per muoverci concretamente verso il Signore perché il suo Natale possa essere un incontro felice per lui, che vuole incontrare ed amare tutti gli uomini, e per noi che troviamo in lui il vero senso della nostra vita.