Crema News - Dal territorio - Figlia contro madre Firma falsa

Dal territorio, 23 maggio 2024

Figlia contro madre in tribunale a Cremona per un'eredità contesa, con la madre che, al termine del dibattimento, è stata condannata a otto mesi di reclusione perché colpevole di truffa. In ballo 150mila euro.

E' successo che il padre e marito è morto nel 2016. Ha lasciato 150mila euro in banca e la figlia, tre anni più tardi è venuta a sapere di quei soldi. Una parte le spettavano per l'eredità (un quarto a lei, un quarto al fratello e metà alla moglie), ma la donna, poco prima che il marito morisse, era stata in banca e, falsificando la firma del coniuge, aveva spostato tutto il denaro sul suo conto corrente. La cronologia dei fatti ha visto la moglie andare in banca giovedì per prelevare il denaro. La funzionaria le ha fatto presente che per questa operazione era necessaria la firma del marito. La donna ha preso un modulo ed è tornata il giorno successivo con la firma del marito, che muore la domenica, mentre i soldi vengono spostati lunedì. La figlia ha domandato dei soldi, dei quali era a conoscenza, ma non ha ottenuto risposte soddisfacenti. Così è andata in banca, ha scoperto quanto fatto dalla mamma, ha visto il modulo e ha capito che la firma del padre era apocrifa. Ha chiesto spiegazioni, non ne ha ottenute e alla fine ha deciso di denunciare. La procura ha affidato la perizia sulla firma e il consulente, Paola Sangiorgi ha stabilito che la firma era falsa, mentre il tribunale si è appoggiato alla grafologa Maria Grazia Lombardi che invece ha stabilito che era autentica, perché la malattia può molto influire (e l'uomo era ricoverato in ospedale e morirà due giorni dopo la presunta firma apposta sul documento bancario). Tuttavia, il giudice ha stabilito che il denaro esisteva e che la moglie avrebbe dovuto metterlo a disposizione degli eredi, al di là della firma più o meno autentica del marito. Inoltre, il pm ha optato per la falsità della firma e ha chiesto al giudice la condanna dell'imputata. Il magistrato ha accolto la richiesta, condannato la moglie, oltre che a otto mesi di reclusione, anche a pagare una provvisionale di 15mila euro alla figlia.

Ma non finirà qui, perché con ogni probabilità ci sarà il ricorso in appello.