Dal territorio, 26 febbraio 2024

(Annalisa Andreini) Chiusura col botto al BonTà con un lunedì denso di appuntamenti: una masterclass dedicata alla sfoglia di pasta fresca, grande protagonista di quest’edizione e diverse degustazioni tra cui una dedicata al vino della Gallotta e l’altra ai formaggi della Scuola Casearia in accostamento al miele d’acacia e alle mostarde di ciliegie e classica cremonese. Si è chiuso in bellezza nel primo pomeriggio anche il percorso gastronomico del marubino con la consegna delle compostele del Pellegrino per chi ha collezionato, con grande fiducia, almeno 10 timbri( e quindi dieci piatti degustati) sul curioso Passaporto del Marubino. 

Ben 24 i ristoranti cremonesi che hanno partecipato all’iter del gusto sfoggiando, a suon di cucchiaio e dei tre brodi, quest’icona della tradizione. Bilancio positivo dunque per il presidente di Cremonafiera Roberto Biloni che ha elogiato il successo del cammino del marubino in rappresentanza della cucina del territorio e ha ringraziato l’intero staff organizzativo, in collaborazione con le istituzioni di Confartigianato e Camera di Commercio di Cremona: "Chiudiamo con soddisfazione l’edizione 2024 che consideriamo un nuovo punto di partenza. Quest’anno erano presenti numerose novità a partire da un sempre maggiore coinvolgimento dei territori e delle eccellenze gastronomiche provenienti da tutta Italia".

Ben motivata anche la partecipazione degli studenti del triennio degli indirizzi Turismo ed Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera dell’Istituto Einaudi diretto da Nicoletta Ferrari. Particolarmente apprezzate le due ricette proposte dai ragazzi, coadiuvati dal professore di cucina Giuseppe Micocci.

Sorpresa e stupore per il marubino destrutturato, che ha davvero conquistato tutti con gli ingredienti classici del marubino rivisti in una nuova veste, la sfoglia fritta e il tocco originale della crema salata al Grana Padano. Un momento di dolcezza anche per il goloso Tiramisù che incontra il torrone che ha preso per la gola i visitatori, accanto alla più tipica e burrosa sbrisolona. 

Unica nota un po’ meno dolce per Crema e il Cremasco: in tanti hanno fatto notare l’assenza non solo di espositori e di prodotti territoriali ma anche di degustazioni. Grande assente anche era il tortello cremasco come pure altre tipicità del Granducato. Nessun assaggio neppure per la Spongarda che, insieme alla Bertolina, rappresenta la storia gastronomica rinascimentale della città turistica.

In compenso Pandino ha dato il meglio di sé con la presenza importante della scuola Casearia diretta da Carla Bertazzoli in tutte le tre giornate e con un’azienda ornai leader nel colorato mondo della mostarda, Leccornie doc, che ha voluto proporre un’idea nuova e alternativa del prodotto senapato.