Sergnano, 22 gennaio 2025
A Sergnano e Ripalta Cremasca i nuovi depositi per l'idrogeno del sud Europa? La domanda sorge spontanea osservando la mappa dell'iniziativa denominata South H2 Corridor, ovvero il gasdotto di circa 3300 chilometri che parte dall’Algeria e dovrebbe trasportare circa 4 milioni di tonnellate di idrogeno (al 2030) prodotto nel paese e in Tunisia attraverso l’Italia arrivando quindi in Austria e Germania.
L'accordo per il rispetto degli obiettivi è stato firmato ieri a Roma presso Villa Madama dai paesi partecipanti (per l'Italia erano presenti il ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani e dell’Ambiente e Sicurezza energetica Gilberto Picchetto Fratin) e le aziende promotrici : la Snam, la tedesca Tag , la Gas connected Austria
Durante l'incontro è stata presentata la mappa delle aree interessate dal transito del gasdotto e i possibili punti di stoccaggio. Anche se non sono stati indicati con chiarezza i nomi delle città interessate, nel nord Italia e in particolare in Pianura Padana, sono previsti diversi punti di stoccaggio e di distribuzione. L’iniziativa si basa sull’uso di infrastrutture esistenti aggiornate per trasportare l’idrogeno, con l’inclusione di alcune nuove infrastrutture dedicate dove necessarie.
Da qui la domanda. Le recenti nuove autorizzazioni per la sovra pressione ottenute dai siti di stoccaggio di Ripalta Cremasca e il progetto dei nuovi 38 pozzi di Sergnano rappresentano il primo passo per farsi trovare pronti alla nuova sfida dell'idrogeno? Durante il consiglio comunale tenutosi a Sergnano il 13 aprile 2023, i tecnici della Stogit avevano illustrato il progetto dei nuovi pozzi ammettendo che i lavori sarebbero stati funzionali anche per un futuro possibile stoccaggio di idrogeno, anche se nelle migliaia di pagine presentate a corredo della richiesta di autorizzazione non ne veniva fatto alcun riferimento.
Il motivo? Il trasporto dell'idrogeno nei gasdotti è ancora in fase sperimentale e sono in corso studi e approfondimenti in merito agli effetti di quest'ultimo sui materiali delle tubature a oggi utilizzate per trasportare il gas metano. Sin qui non esiste quindi né una normativa di riferimento né una certezza dal punto di vista empirico dell'adeguatezza e sicurezza delle attuali infrastrutture. Nonostante questo gli impegni presi ieri a Roma parlano chiaro e sarebbe quindi più che opportuna una richiesta di chiarimenti e di garanzie rispetto alla tutela della sicurezza dei propri cittadini da parte di quelle amministrazioni comunali potenzialmente coinvolte nel progetto.