Crema, 18 marzo 2025
(Annalisa Andreini) Immaginazione, passione, semplicità: queste le carte che gioca il giovane chef Emanuele Giono.
Giovane sì, ma con tante belle idee.
Il suo locale in centro Crema, l’Atelier, in via Ginnasio, si sta rivelando una bella iniziativa: “Sono molto contento, sto lavorando bene sia con i cittadini che con i turisti. Funziona anche il business lunch con una proposta di qualità a un costo concorrenziale e una ricca scelta nel menu”.
Il plus è rappresentato da un servizio molto curato e dal pane homemade di qualità, preparato con lievito madre e farine selezionate (segale e farina proveniente dall’Alto Adige). Lo stesso pane viene servito anche la sera, aspetto da non trascurare.
Il menu del business lunch prevede carne e pesce e ha anche un’attenzione per vegetariani e vegani.
In carta è presente anche l’iconico piatto della città: i tortelli cremaschi della tradizione.
Uno dei suoi piatti forti è Inverno, un antipasto vegano di verdure fritte con diverse consistenze: un percorso di sapori partendo da una base vegetale.
A breve gli aperitivi gourmet: l’idea di Chef Emanuele è anche quella di puntare sui ragazzi. Del resto la sua brigata è composta da altri due giovani cuochi.
“A breve apriremo anche il dehor esterno con proposte interessanti. Punterò sugli aperitivi gourmet di qualità, proprio per dare una valida alternativa”.
Ciò significa non le solite patatine e olive ma piatti strutturati come una tartare preparata al momento o il sushi.
I tuoi piatti del cuore?
“Due terrine: l’anatra all’arancia e il mio piccione e amarene, che racchiude all’interno il foie gras, che preparo personalmente. Il foie gras viene servito con un pan brioche (che preparo con lievito madre) e marmellate sempre fatte da me, un po’ particolari, tra cui quelle alle cipolle caramellate e al kiwi e pepe rosa, una novità”.
La tua filosofia in cucina?
“Credo molto nel ritorno alla semplicità e, a mio avviso, la materia prima è fondamentale come anche la cucina espressa, un valore aggiunto.
Il vero estro è nella cottura: è lì che si percepisce la differenza.
È importante anche la cucina del recupero, andare a riscoprire e re-insegnare le ricette della tradizione. Per esempio, ho proposto come pasta fresca i ravioli del plin, con il ripieno del quinto quarto”.
Dulcis in fundo?
“L’intramontabile tiramisù, classico e al pistacchio ma anche proposte più audaci perché la cucina è un gioco: degustazione al cioccolato con sei pezzi diversi, tra cui al Rum e al Whisky, un cannolo scomposto e una éclair( pasticcino di origine francese) di pasta frolla farcita con una ganache al cioccolato. Tutti preparati da noi”.
Una novità in progress?
“Una bottega, all’interno del locale, in cui metteremo in vendita il pane e piatti e preparazioni di cucina fatte da noi in vasocottura”.