Cremasco, 31 luglio 2023
Non solo tetti di case e vetri e carrozzerie di auto distrutti e alberi abbattuti. Anche gli animali hanno pagato duramente il loro prezzo della furia del meteo dei giorni scorsi. Come spiega l’esperto Gianfranco Colombo, che conosce a menadito il territorio, “Sono centinaia i cadaveri di uccelli sparsi ovunque nella nostra campagna ma più ancora altre centinaia feriti con ali spezzate, incapaci di volare e destinati naturalmente a soccombere. Una tragedia. Per quanto devastante non sarà mai come quella del 15 giugno 1961 quando il verde, gli animali, gli insetti e qualsiasi cosa esposta alla furiosa tempestata, scomparvero in pochi minuti”.
Gli effetti della pesante grandinata della scorsa settimana non hanno risparmiato il territorio del parco del Serio e le strutture presenti nel cremasco: numerosi gli uccelli che si contano stramazzati al suolo senza vita, alberi sradicati, danni ai tetti dei centri parco del territorio. Questo emerge dalla ricognizione effettuata dalle Guardie Ecologiche Volontarie, Gianluca Limenta ed Eugenio Livraga (che hanno utilizzato i mezzi del parco) e Marcello Codeca e Rosa Bonomini (con le bici in dotazione al parco). In particolare, addentrandosi all’interno della riserva naturale del Menasciutto, tra Pianengo e Ricengo in sponda destra del fiume e nei pressi della Palata, numerosi i danni che si contano nei pressi della garzaia. Cormorani neri, aironi cinerini, guardabuoi, ma anche cornacchie, gazze e altre specie, la ricca colonia di uccelli che nidifica nella zona, tra pioppi e robinie è stata interessata dal maltempo, con molti uccelli morti e molti nidi distrutti.
Si dice molto dispiaciuto il presidente del Parco del Serio Basilio Monaci anche per i numerosi alberi abbattuti lungo la strada del Marzale e anche per i danni subiti alle strutture: dalla Rana Rossa il cui tetto era stato appena rifatto al Salice Bianco, struttura in utilizzo al gruppo Protezione Civile S.O.I.C., al Museo dell’Acqua di Casale Cremasco, alla stessa Casa di camperia a Crema.
“Purtroppo è lungo l’elenco dei danni che abbiamo registrato nel territorio del Parco – commenta il presidente Monaci – ma è doverosa da parte nostra la solidarietà verso i cittadini dei comuni di Ricengo, Casale, Pianengo e anche Sergnano che hanno dovuto sopportare danni maggiori e per il settore agricolo della zona, i cui agricoltori hanno visto compromesse le colture di mais, oltre ai danni alle strutture delle loro aziende agricole”.