Cremasco, 10 novembre 2024
XXXII ordinaria B
La Parola: 1Re 17,10-16 Sal 145 Eb 9,24-28 Mc 12,38-44:
Dal Vangelo secondo Marco Mc 12,38-44
In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa». Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Fino a venerdì scorso in casa parrocchiale abbiamo avuto problemi col riscaldamento. Cercando di sistemarlo ero giunto alla conclusione che c’era un grave problema alla valvola della pompa di distribuzione. Arrivato un idraulico competente, dopo aver confermato la diagnosi, in pochi minuti ha sistemato tutto. Con un piccolo aiuto abbiamo superato anche questa emergenza.
Nel vangelo di oggi sembra che anche Gesù abbia avuto un assist decisivo da qualcuno. Più volte infatti lo abbiamo sentito scagliarsi contro l’ipocrisia dei farisei e oggi sembrava quasi alla ricerca di una testimonianza concreta da proporre ai suoi seguaci perché comprendessero bene le sue parole. Dobbiamo ammettere che la povera vedova, probabilmente ignara di essere osservata, è diventata suo malgrado uno degli esempi più incisivi mai presentati da Gesù: è entrata sul palcoscenico della storia e ancora oggi è un chiaro esempio per tutti noi. Sembra quasi un brano scelto appositamente per noi di Sergnano che festeggiamo questa domenica il nostro patrono San Martino di Tours, un altro dei grandi campioni della carità della nostra storia di chiesa diventato quasi proverbiale grazie a quel gesto famosissimo della divisione, anzi condivisione, del mantello con il povero trovato sulla strada.
Ancora una volta Gesù, come ha fatto anche nelle ultime domeniche, insiste sulla categoria del tutto, perché lui non si accontenta del superfluo. Questo purtroppo ci mette a mal partito perché se da una parte gioiamo e condividiamo con ammirazione il gesto dell’offerta di san Martino come quello della povera vedova, subito ci sentiamo bloccati dalla incapacità di ripetere simili gesti forti di carità, abituati davvero a fermarci alle briciole.
Ovviamente le parole del Maestro non sono solo per noi che festeggiamo san Martino ma sono davvero una indicazione chiara per tutti i cristiani di quali siano le attese di Gesù nei nostri confronti: vuole gesti di carità capaci di superare la misura del superfluo per arrivare al tutto quello che noi possiamo. Non dimentichiamo però che le parole del Figlio di Dio possono diventare per noi e per le nostre limitate capacità di bene, anche una consolazione dell’animo perché non dobbiamo sentirci in colpa se ancora adesso, dopo duemila anni di cristianesimo, non abbiamo risolto tutti i problemi di povertà e fame del mondo. Non spetta a noi e tantomeno a ognuno di noi la soluzione di tutti i mali della società perché ciascuno è chiamato a dare il massimo che può, anche se questo è soltanto un piccolo spicciolo ininfluente nei grandi meccanismi economici del mondo.
Comunque oggi Gesù ci lascia un esempio e un faro che illumina le ombre del nostro egoismo quotidiano indicandoci una strada impegnativa ma sicuramente affascinante per sentirci davvero anche noi protagonisti, come quella vedova o san Martino, attraverso le nostre piccole azioni quotidiane di carità e attenzione ai piccoli e ai poveri. Penso sia bello però anche per noi sapere che pur con piccoli e semplici gesti di ogni giorno possiamo in realtà partecipare ad una storia molto più grande della nostra stessa vita partecipando al progetto divino di costruzione del suo regno, con la certezza di poter un giorno parteciparvi in pienezza con tutti i Santi e i nostri cari defunti nel regno dei cieli.
Quindi, in attesa del compimento definitivo delle promesse di Cristo,vediamo di impegnarci subito e adesso, al massimo delle nostre capacità e possibilità, perché questo nostro mondo assomigli sempre più all’immagine e al desiderio che Dio Padre ha nel suo cuore. Tanti nostri contemporanei e conoscenti magari non ci accompagnano quotidianamente nel cammino di fede ma possono diventare comunquepreziosi alleati nel costruire un mondo più giusto e fraterno. Non disprezziamo nessuno aiuto e godiamo piuttosto per ogni contributo alla crescita del regno di Dio che ci può venire anche da chi, magari inconsapevolmente, si trova sulla strada giusta compiendo il bene che Dio ha pensato anche per lui.
Il nostro mondo non potrà che essere migliore