Crema News - Digiuno e tentazioni Messa in una grotta per don Natale Grassi Scalvini

Cremasco, 09 marzo 2025

I Domenica di Quaresima C​

 La Parola: ​​Dt 26,4-10  Sal 90  Rm 10,8-13  Lc 4,1-13

 Dal Vangelo secondo Luca​​Lc 4,1-13

 In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Non di solo pane vivrà l’uomo"». Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: "Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto"». Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: "Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano"; e anche: "Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra"». Gesù gli rispose: «È stato detto: "Non metterai alla prova il Signore Dio tuo"». Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Parola del Signore.

 

(Don Natale Grassi Scalvini) Questa domenica abbiamo in parrocchia, anzi nell’Unione pastorale San Giuseppe, un incontro dedicato alle famiglie che quest’anno accompagnano i bambini alla prima comunione. Trovandoci come ogni prima domenica di quaresima il brano evangelico delle tentazioni di Gesù ho pensato subito di focalizzare la riflessione sulla prima tentazione e in particolare sulla conclusione vittoriosa di Cristo che ci ricorda come ‘non di solo pane vive l’uomo’. Ma prima di approfondire questa frase credo sia decisivo per tutti noi cogliere innanzitutto il senso profondo di questo racconto partendo proprio dalla situazione per noi tanto strana e assurda: stare nel deserto per quaranta giorni. Questa è una esperienza che fisicamente non riusciamo neanche a immaginare e vi assicuro che rimanevo estasiato a sentire i racconti di un caro amico, Claudio di Crema, che ha attraversato diverse volte il Sahara, anche come guida. Eppure in senso figurato, proprio perché viviamo giornate sempre piene di impegni, appuntamenti, persone, cose da fare e sempre in affanno, probabilmente possiamo davvero chiamare anche il nostro ambiente quotidiano un deserto.

Ugualmente penso che nella maggior parte del tempo non ci sentiamo affatto assaliti della tentazioni come Gesù, anzi temo che spesso non parliamo neanche di questo argomento perché siamo convinti che siamo troppo presi da tante cose per avere anche il tempo di essere tentati e allora, avanti diritti perché altrimenti arriviamo in ritardo a fare tante cose così indispensabili. 

In realtà non abbiamo bisogno di andare nel deserto del Sahara per provare la solitudine, la fame e il desiderio, o la tentazione di sentirci superiori a tutti e capaci di arrangiarci da soli. Anche solo di fronte agli esempi che ci vengono ricordati dal vangelo di oggi possiamo riflettere e decidere davvero di incominciare la quaresima con uno stile di vita diverso e soprattutto ben motivato.

A questo punto credo che possiamo riprendere il discorso iniziale sulla necessità di non accontentarci di vivere solo per il pane, cioè per i bisogni primari ed essenziali della nostra vita, ma di trovare sempre in noi il desiderio di quel qualcosa di più che la parola di Dio, il Verbo eterno uscito dalla bocca di Dio e incarnato per noi, vuole donarci ogni giorno.

Oltretutto noi non ci ricordiamo mai abbastanza di quanto siamo fortunati a essere cristiani, vivendo spesso i nostri momenti religiosi come un obbligo o un dovere necessario. Invece uno degli aspetti unici e più belli della nostra fede è proprio questo: siamo invitati da Gesù a nutrirci di lui, sia mangiando il pane eucaristico sia ascoltando e vivendo la sua parola. In un colpo solo possiamo dire quindi di alimentarci con il vero pane vivo, che dona la vita eterna, e la parola vivente che ci guida con sicurezza all’incontro con Dio. 

Noi non dobbiamo andare a cercare di qua o di là, seguendo le diverse mode di vario genere, alimentari, filosofiche o di comportamento, per trovare indicazioni e sostegno per il nostro cammino spirituale personale.

Certo, se seguiamo i messaggi della pubblicità del nostro mondo consumistico dovremmo accontentarci solo dei beni materiali con il dovere essenziale di avere e di consumare sempre di più, per far crescere il prodotto interno lordo (Pil) del Paese, convinti così di raggiungere il vero benessere e tutto ciò che ci serve. Spero tanto che la fatica e l’impegno che mettiamo in campo per ottenere e mantenere quel poco benessere materiale che abbiamo trovino un po’ di spazio nella nostra vita anche per la ricerca di quanto il Signore Gesù vuole offrirci come segno del suo amore e aiuto per vivere davvero pieni di quella felicità duratura che solo lui può darci. 

Le occasioni e il tempo di Quaresima non mancano, cerchiamo allora di lasciarci toccare e convertire dalla sua parola e dal suo esempio.