Crema, 22 settembre 2024
(Annalisa Andreini) L’omaggio perfetto per l’arrivo dell’autunno: il castagnaccio, da noi conosciiuta come patùna.
È la ricetta di un dolce tipico del cremonese, a base di farina di castagne, chiamata anche più comunemente castagnaccio (di cui rappresenta la versione povera) o polenta di castagne.
Una torta molto semplice, fatta con pochi ingredienti ma dal sapore unico: infatti non compaiono né burro né olio né uova, anche perché la farina di castagne ha già di per sé un elevato apporto calorico. Contiene però pochi grassi ed è ricca di sali minerali e vitamine.
Era un dolce che, negli anni Cinquanta e Sessanta, spesso si acquistava solo dal fruttivendolo oppure per le strade.
In realtà non è tanto dolce, anzi conserva sempre quel gusto un po’ amarognolo caratteristico della farina di castagne ma piaceva.
La ricetta originaria è di Castelleone, apparsa negli anni Cinquanta, ed era preparata solo con farina di castagne e acqua zuccherata, poi sostituita dal latte.
Una torta che rispecchia perfettamente la stagione che sta cominciando e che differisce dal castagnaccio (dolce plebeo), che veniva anche chiamato Migliaccio, arricchito con pinoli, uva passa e Zibibbo.
Ingredienti
1/2 kg di farina di castagne
Un litro di latte
Tre cucchiai di zucchero
Una bustina di vanillina
Preparazione
Setacciare la farina di castagne, unire la vanillina, lo zucchero e il latte aggiunto a filo mescolando.
Frullare il composto ottenuto con il frullatore per qualche minuto amalgamando bene gli ingredienti e ottenendo un composto fluido.
Per non usare il frullatore si può utilizzare una frusta. Rivestire una teglia( preferibilmente quadrata) con carta forno bagnata e strizzata( in origine si ungeva solo con l’olio), versare il composto( la superficie non deve essere alta) e infornare a 180 gradi per mezz’ora circa. Spegnere il forno ma non togliere la torta ancora per qualche minuto. La cottura sarà ultimata quando si formeranno piccole crepe sulla superficie color marrone scuro( che si suole chiamare vescica): la classica crosticina screpolata.
La torta dovrà riposare almeno un giorno per essere gustata in tutta la sua bontà.
La Patùna apre così le strade alla magia dell’autunno, alle sue atmosfere calde tra un divano e un libro e alle giornate un po’ sonnecchianti che pian piano ormai si accorciano.