Seduta del consiglio comunale
Palazzo Pignano, 13 novembre 2025
(Gianluca Maestri) Quindici appartamenti in condominio e quindici box, quattro abitazioni autonome, nove lotti di terreno agricolo, due magazzini, un negozio e una tettoia: sono i 47 immobili confiscati dallo Stato italiano alla mafia nel territorio di Palazzo Pignano che l’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Dossena ha acquisito con il voto unanime del consiglio comunale al termine di un lungo iter di legge.
A seguito della deliberazione consiliare l’ufficio tecnico comunale sta procedendo a tutti gli atti burocratici conseguenti: la trascrizione del decreto direttoriale di trasferimento in proprietà ai competenti uffici catastali e della Conservatoria, la sottoscrizione del verbale di formale consegna degli immobili acquisiti con tutte le formalità connesse, la stima dei beni acquisiti, in collaborazione con l’ufficio ragioneria, l'inventario dei beni immobili acquisiti come beni patrimoniali indisponibili con successiva pubblicazione all’albo del patrimonio indisponibile dei beni comunali e la trasmissione della delibera all'Agenzia Nazionale per l'Amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Era stato proprio un decreto territoriale dell’Anbsc datato 22 ottobre 2024 a destinare formalmente al Comune di Palazzo Pignano i beni di cui stiamo parlando.
Beni che saranno utilizzati nell’integrale rispetto delle destinazioni di legge. La principale finalità sarà quella sociale. In particolare, gli alloggi (alcuni dei quali necessitano di ristrutturazione, altri no o comunque solo di piccoli lavori) verranno messi a disposizione, con affitti della durata di qualche anno, a famiglie in difficoltà economica. Un paio saranno destinati alle urgenze abitative nel territorio comunale. Sui terreni agricoli è nota la volontà dell’amministrazione di costruire un nuovo polo dell’infanzia.
Pur votando favorevolmente, il consigliere comunale ed ex vicesindaco Maurizio Monteverdi ha letto in aula una dichiarazione nella quale manifesta alcune perplessità a cominciare dal fatto - afferma il consigliere - di essere stato tenuto all’oscuro della nota con cui l’Anbsc aveva invitato gli enti territoriali a formulare una manifestazione d’interesse all’utilizzo dei beni confiscati. Inoltre il consigliere ha sottolineato: “L’area identificata per la costruzione del polo dell’infanzia, sui terreni confiscati non è idonea alla scopo”. Un’ultima perplessità del consigliere riguarda l’utilizzo dei beni e sul perché non venga indicato un loro utilizzo a fini istituzionali.