Cavenago d'Adda, 15 dicembre 2025
(Andrea Biraghi) Il furto di rame al santuario di San Giuseppe di Persia, nell’area di Cavenago d’Adda, riporta d’attualità un fenomeno che nel lodigiano e nel cremasco torna ciclicamente e colpisce soprattutto dove il metallo è a vista e si può smontare in fretta.
A Persia se ne sono accorti sabato scorso, dopo una segnalazione arrivata al parroco: alcune parti del sistema di scolo delle acque erano scomparse. Una volta sul posto, è emerso che erano stati portati via pluviali e grondaie in rame. Sono stati informati i carabinieri e anche il sindaco.
Stesso furto era si era verificato alcune settimane addietro al santuario della Pallavicina di Izano.
Negli ultimi anni, e in particolare dal 2022 in avanti, la mappa dei colpi mostra un filo chiaro: i luoghi sacri restano tra gli obiettivi più appetibili. Nel marzo 2022 al santuario della Madonna dei Prati a Moscazzano i ladri hanno agito di notte, in campagna, aspettando che si spegnesse l’illuminazione esterna e caricando il rame su un furgone. Nel Lodigiano, il 30 ottobre 2025 al sacello della Madonna della Fontana a Camairago sono spariti i pluviali in rame, con i ladri che hanno sfruttato le impalcature del cantiere per arrivare al tetto e smontare più comodamente. Nel Cremasco, a Izano, il furto al santuario della Madonna della Pallavicina è stato collocato nella notte tra il 31 ottobre e il 1 novembre 2025, con quattro grondaie in rame portate via dalla parte retrostante della basilica.
Accanto ai luoghi di culto, un bersaglio ricorrente sono i cimiteri. L’11 giugno 2025 al cimitero di Borghetto Lodigiano, nella notte, sono sparite grondaie, scossaline e tubi da diversi blocchi di loculi, con la scoperta al mattino all’apertura del camposanto e l’ipotesi di un camion usato per il trasporto. Il 19 marzo 2025 a Comazzo sono state danneggiate circa venti tombe per rubare vasi di rame, e le telecamere avrebbero ripreso anche la targa del furgone. Il 23 ottobre 2024, a Mairano frazione di Casaletto, i ladri sono tornati nel camposanto prendendo di mira le grondaie di una cappella privata e rompendo anche alcune tegole.
Il rame, però, non viene depredato solo su chiese e cimiteri. Il 31 marzo di quest'anno a Fombio viene segnalato un maxi furto in un’azienda della zona, con bobine di rame razziate. E nel Cremasco, il 5 novembre a Cumignano sul Naviglio due uomini sono stati denunciati dopo il furto notturno di un pluviale in rame di una abitazione privata, furto ripreso dalle telecamere.
La dinamica è quasi sempre la stessa: colpi notturni, tempi rapidi, zone isolate o poco sorvegliate, accesso facilitato quando ci sono ponteggi o lavori in corso. Il rame viene portato via perché è monetizzabile in fretta nel mercato nero dei metalli, anche quando il bottino non è rilevante.
Resta però un dato di fatto che alimenta la sensazione di impotenza di chi subisce questi colpi: non sempre si arriva in tempi brevi a un responsabile. Molti furti vengono registrati e denunciati contro ignoti e, almeno nell’immediato, non hanno un esito positivo. In altri casi le indagini portano a identificazioni, sequestri o denunce, ma questo non coincide automaticamente con arresti o processi rapidi: può passare tempo e, quando si procede per denuncia, non è raro che gli indagati restino in libertà in attesa delle fasi successive.