Crema News - Ma lassù qualcuno si ricorda dei disabili?

Ripalta Cremasca, 13 giugno 2020


È stato riaperto tutto o quasi. Persino le discoteche si stanno preparando. I centri diurni per disabili, i Cdd, rimangono invece ancora chiusi, bloccati dalla burocrazia. Giovanna Barra, a nome dei genitori dell’associazione Diversabilità Onlus, ha inviato un’email all’Ats Valpadana. “Con la presente – scrive - sono a segnalare il grande disagio delle famiglie degli utenti dei centri diurni che dal mese di marzo sono segregati in casa con i propri figli in attesa delle riapertura di queste strutture”. Per la Barra si sta assistendo alla ennesima sperequazione tra il mondo dei “Normali" e. quello dei disabili e le loro famiglie. “Sono stati riaperti bar, ristoranti negozi e palestre –prosegue la Barra- ed ora apriranno cinema, discoteche e quant'altro e per le nostre famiglie questo è ancora una volta un mondo lontano. Intanto che si ragiona su linee guida da adottare, questi ragazzi vengono ancora una volta penalizzati, probabilmente per problemi di carattere burocratico”. Lo scorso 29 aprile, alcuni genitori di ragazzi utenti dei CDD, scrivevano così a Comunità Sociale Cremasca: “I CDD che frequentano i nostri figli sono ormai chiusi da tempo per la ben nota situazione emergenziale, e, dopo il susseguirsi dei vari DPCM da marzo ad oggi, si è definita la possibilità anche a livello normativo di prevedere una riapertura, chiaramente nel rispetto di tutte le condizioni di sicurezza del caso (dai presidi, al distanziamento etc.). Abbiamo accolto questa notizia con grande sollievo perché sono ormai due mesi che da soli stiamo affrontando questo periodo surreale, non senza difficoltà: siamo passati infatti da essere genitori ad essere tuttologi per i nostri figli, abbiamo fatto gli Oss, gli Asa, gli educatori, i fisioterapisti, gli operatori, i terapeuti, senza mai una tregua ed oltretutto nelle sole mura domestiche (cosa che su certi funzionamenti ha comportato non pochi problemi). Oggi però ci viene detto che non è ancora possibile programmare la riapertura dei Centri senza l'assenso di ATS, nonostante la normativa chiaramente lo preveda. Siamo certi che sia solo un problema di comunicazione e che non vi siano altre implicazioni e che tutto si risolverà in tempi brevi. Capiamo che una settimana possa non sembrare un tempo lungo, ma per chi vive da due mesi in una situazione di stress altissimo, anche un giorno sembra infinito”.


La foto è esplicativa