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Cremasco, 02 febbraio 2025
IV Domenica ordinaria CPresentazione del Signore
La Parola: Ml 3,1-4 Sal 23 Eb 2,14-18 Lc 2,22-40:
Dal Vangelo secondo LucaLc 2,22-32
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore. Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch'egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Parola del Signore.
(Don Natale Grassi Scalvini) Noi che seguiamo abbastanza regolarmente le celebrazioni della comunità cristiana siamo abbastanza abituati alle sorprese della liturgia, come per esempio nel periodo natalizio appena trascorso quando siamo passati da una domenica all’altra a ricordare avvenimenti della vita di Gesù accaduti in tempi e momenti diversi, andando avanti e in dietro nel tempo senza tener conto dell’ordine cronologico. Già questa nostra esperienza sarebbe sufficiente per comprendere la logica della festa odierna che, a quaranta giorni dal Natale, dopo che abbiamo già ricordato l’inizio della predicazione e dei segni miracolosi compiuti da Gesù ormai adulto, torniamo ai primi giorni della sua vicenda terrena, rivivendo la sua presentazione, avvenuta con lui ancora infante, al tempio di Gerusalemme, per adempiere l’antica legge. Ma il bello è che proprio in questo periodo in tante parrocchie, come anche la nostra, si vive un momento particolare di festa per i nostri oratori in occasione della festa di San Giovanni Bosco e mentre mettiamo al centro della nostra preghiera le giovani generazioni, nel brano evangelico, ci viene presentata la figura di un anziano come Simeone e della profetessa Anna che di anni ne ha ben ottantaquattro.
Noi sappiamo bene che l’evangelista Luca con questo racconto voleva sottolineare il passaggio di mano tra l’antico testamento, che secondo le parole di Simeone può ora essere lasciato andare in pace e il nuovo regno che Gesù è venuto a inaugurare, ma ugualmente facciamo fatica a orientarci decisamente verso il nuovo, perché anche noi, come ci richiamerà un giorno proprio Gesù preferiamo il vino vecchio, le cose cui siamo abituati e che conosciamo bene, piuttosto che avventurarci nel seguire lo stile e gli atteggiamenti delle nuove generazioni.
Accogliamo con gioia quindi la testimonianza di Simeone e Anna ma orientiamoci decisamente verso il nuovo, il bambino Gesù che è venuto a realizzare le antiche promesse ma che ha aperto una strada veramente nuova per incontrare ed amare Dio.
In questo modo possiamo certamente guardare anche con più disponibilità e comprensione la situazione delle giovani generazioni, evidentemente modellate dai cambiamenti della rivoluzione digitale che sta davvero modificando radicalmente il modo di pensare e vedere la realtà e quindi anche le relazioni e i comportamenti sia a livello umano in generale ma anche più specificatamente dal punto di vista religioso.
Nessuno era preparato alla rivelazione del volto del Padre che è venuto ad annunciare Gesù né i suoi seguaci né tantomeno scribi e farisei, tanto lontani dalle parole e dai gesti del Verbo di Dio incarnato. Non spaventiamoci quindi se anche noi non siamo assolutamente in grado di prevedere o capire dove ci porteranno i cambiamenti velocissimi della nostra epoca di cambiamento. Manteniamo intanto ben salda la nostra fede in quello che abbiamo ricevuto e cerchiamo poi coerentemente di trasmettere alle giovani generazioni le ricchezze della nostra storia di preghiera e di carità. Per riuscirci al meglio dobbiamo però anche sforzarci di trovare modi nuovi di rendere vivo il messaggio di Gesù perché c’è ancora un grande bisogno di risposte vere e profonde alle domande fondamentali sul senso della nostra vita, anche da parte di quei giovani e ragazzi che sembrano presi dal vortice del mondo digitale che sta cercando di ridurre tutto al livello più superficiale e veloce della nostra umanità.