Crema, 07 settembre 2024
(Sara Barbieri) Gettare le basi di un progetto importante contro il cyberbullismo.
Questo è quello che è stato proposto al CrForma di Crema.
A illustrare il progetto Davide Bolzoni, referente dell’associazione di Crema Stefano Cerullo, Gian Maria Regazzetti, tatuatore, Fabio Verdelli, ristoratore e anch’egli membro dell’associazione Stefano Cerullo e Matteo Plicchi, padre di Vincent, il tiktoker 23enne bolognese, che si è tolto la vita lo scorso ottobre durante una diretta social.
La direttrice della sede operativa del Cr Forma di Crema, Chiara Capetti, introducendo l’incontro, ha sottolineato come il progetto sarà fondamentale per gli studenti: “Portare la storia di Vincent sui banchi di scuola è per noi determinante. Il cyberbullismo è un tema che sentiamo con particolare forza: abbiamo 23 referenti all’interno della scuola e tutti gli anni, il 6 febbraio, organizziamo un evento dedicato a questa problematica. Ci troviamo di fronte a tanti episodi di disagio, problemi familiari ma soprattutto un male profondo, la solitudine”.
Il progetto consisterà nella realizzazione di un murales in una delle pareti esterne della scuola, in cui saranno coinvolti gli studenti.
Sarà importante per i ragazzi del CrForma di Crema ma anche per tutti gli studenti della città, dal momento che c’è l’idea di realizzare un cortometraggio da far vedere a tutti gli studenti cremaschi, negli spazi del cinema cittadino, con ingresso tassativamente senza cellulare, che è proprio considerato l’arma a doppio taglio della nostra società.
Perché la scelta proprio del CrForma? Perché è una scuola che spesso, in passato, non è stata considerata nella sua completezza e nel suo valore per l’artigianalità dei professionisti nel campo della meccanica, elettronica, ristorazione e soprattutto dell’estetica (che è proprio l’area più presa di mira dagli attacchi social). Quindi rispecchia il significato del progetto contro ogni pregiudizio.
Le parole del padre di Vincent, visibilmente emozionato, hanno lasciato tutti i presenti senza fiato per il grande amore di un genitore, che sta lottando per la ricerca della verità sulla morte del figlio e che soprattutto vuole far conoscere la sua storia a tanti altri ragazzi per poterli salvare.
Non è il primo murales, ne ha già realizzati due, uno a Bologna e uno a Olbia.