
Cremona, 22 luglio 2020
Comincia il duello. Da una parte la procura con la sua inchiesta e dall’altra le persone indagate, specie Renato Crotti, cremasco personaggio di spicco nel mondo cremonese, segretario, da ultimo, dell’associazione Uniti per la provincia di Cremona, quattro milioni di euro generosamente donati da associazioni, aziende e persone comuni della nostra provincia perché si trasformassero in macchinari e strumenti utili per i nostri tre ospedali di Cremona, Crema e Casalmaggiore. Prima di tutte la Arvedi, dove Crotti è da anni che collabora. E l’indagine dice di aver preso con le mani nella marmellata tre persone: Renato Crotti, Cristiano Bozzoli e Attilio Mazzetti. Cosa hanno fatto insieme tre personaggi così diversi? E perché Crotti, autorevole e di certo non bisognoso di qualche migliaio di euro, si sarebbe sporcato le mani? Domande alle quali la magistratura darà una risposta. Adesso ci sono i ruoli, sei versamenti, cinque fatture che la Finanza dice essere false e un pagamento che non ha giustificazione. Perché un venditore di stufe, Cristiano Bozzoli da Pizzighettone, si impegna a confezionare 750 pasti caldi al modico prezzo di 24.40 euro cadauno? Per fare un favore a un amico, dirà. E confermerà al magistrato, lui quei pasti caldi non li ha mai consegnati né visti. Ma i soldi sono arrivati sul conto corrente e sono anche stati ritirati con una modalità ben precisa: dal totale si toglie l’Iva, una percentuale resta a Bozzoli e il resto viene consegnato in contanti. A chi? A un amico.
Passiamo ad Attilio Mazzetti. Cosa c’entra questo cremasco di 35 anni, ultimi disastri conosciuti il naufragio del bar Cin Cin in piazza Moro e di un altro bar, da un anno con nuova gestione, in Crema, con l’associazione benefica? Ha una procedura di fallimento in corso, vende allarmi. Ma, si scopre, ha due conti correnti all’estero. Uno in Bulgaria (l’ex moglie è di quel Paese) e l’altro in Gran Bretagna. Di qui transitano i soldi per saldare quattro fatture, tutte false, secondo la finanza.
Crotti sostiene che lui dell’associazione è il segretario e non ha potere di firma; dice anche che i pasti sono stati consegnati a don Alberto Mangili. Recentemente. Ma la consegna avrebbe dovuto avvenire, secondo le carte dal 10 al 31 (!) aprile. Sembrerebbe un tentativo estremo di rimediare a una situazione che vede intercettazioni telefoniche per lo meno imbarazzanti.
In tardo pomeriggio arriva la nota stampa della Fondazione Arvedi Buschini:
"Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini, in merito alle notizie pubblicate da alcuni organi di stampa e relative all'inchiesta della Procura di Cremona sulla presunta distorsione di fondi destinati alla lotta al coronavirus, intende precisare che il Sig. Renato Crotti non è il Direttore della Fondazione che è del tutto estranea ai fatti addebitati.
Il signor Renato Crotti ha svolto, con l’accordo di tutti i componenti della Onlus “Uniti per la provincia di Cremona", il ruolo di segretario, con l’impegno di sottoporre all’approvazione del Consiglio dell’associazione qualsiasi operazione di destinazione dei fondi raccolti.
Il Consiglio di Amministrazione di Finarvedi Spa comunica di avere sospeso il signor Renato Crotti da ogni incarico e responsabilità fino ad oggi ricoperti in qualità di dipendente non dirigente, al fine di consentirgli l’esercizio della propria difesa e in attesa di accertamento di sue eventuali responsabilità nella vicenda in cui risulta indagato.
Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini desidera chiarire che, per quanto di sua conoscenza, non vi sarebbero al momento fondi distratti alla Onlus dai soggetti indagati, in quanto essi, ancorché con ritardo, avrebbero adempiuto ai servizi richiesti di fornitura pasti e sanificazione.
Infine, per trasparenza, il Consiglio della Fondazione Giovanni Arvedi e Luciana Buschini precisa di avere destinato a vario titolo all’Associazione Uniti per la Provincia di Cremona Onlus la somma di 450.000 euro e l’importo di 248.300 euro per l’accoglienza di Samaritan’s Purse, impegnati nella erezione e gestione dell’ospedale da campo.
Anche in virtù di tale sforzo finanziario e per il rispetto dovuto alla comunità cremonese ed alla onlus 'Uniti per la provincia di Cremona', di cui è co-fondatore insieme ad altre associazioni di categoria, la Fondazione non esiterà a dichiararsi parte lesa nel caso in cui gli addebiti ai soggetti indagati venissero confermati".
Nella foto, Renato Crotti