Castelleone, 18 settembre 2024

(Gianluca Maestri) Sarà uno studio di architettura e d’ingegneria castelleonese a progettare la costruzione di un hub, un grande centro di ricerca e formazione enologico e oleario in Basilicata. È quello dell’architetto Letizia Vanelli e di suo padre, l’ingegner Bernardo Vanelli, vincitore del concorso di idee indetto nella primavera scorsa dal comune di Borgo Monticchio Bagni, in provincia di Potenza. Un risultato di enorme prestigio se si pensa che sono state centoventotto le proposte in progettuali in concorso, arrivate non solo da tutta Italia ma anche dall’estero.

Letizia e Bernardo Vanelli, per l’occasione hanno lavorato in Rtp (raggruppamento temporaneo di progettisti) con gli architetti Alessandro Minotti e Francesco Nardacci. Un mix di gioventù e di esperienza che ha dato vita ad un progetto che unisce tradizione ed innovazione, futuro e sostenibilità, presentato al pubblico, su invito dell’ordine degli architetti di Potenza, durante il Ninfea Festival di fine agosto-inizio settembre, un festival della rigenerazione che si è tenuto a Rionero in Vulture.

Ispirato ai paesaggi del Vulture e alla farfalla Bramea, simbolo iconico del territorio, il centro di ricerca enologico ed oleario, opera da 2,5 milioni di euro, è stato concepito con l'intento di unire tradizione e innovazione promuovendo un nuovo modello di sviluppo per i borghi storici delle aree interne. L’edificio offrirà tre spazi distinti ma complementari. Uno, polifunzionale, utilizzato come sala formazione e degustazione, racconterà ad un pubblico più vasto le attività del centro agricolo sperimentale. Questo spazio sarà affiancato da un auditorium in grado di ospitare eventi, workshop e conferenze per cento persone. Inoltre, uno spazio didattico dedicato alla ricerca offrirà ai ricercatori un confortevole ambiente privato ma allo stesso tempo versatile e flessibile. Lo studio Vanelli presenterà il progetto esecutivo entro ottobre.

“Il successo in questo concorso di idee -spiega Letizia Vanelli- è stato per noi una bella sorpresa. Siamo una squadra di tre architetti under 30 con l’aggiunta dell’esperienza di mio padre e non ci aspettavamo questo risultato anche perché fra i partecipanti c’erano grossi studi a livello nazionale ed anche internazionale. Quello che ci ha fatto molto piacere sono state le parole della gente del posto che ci ha detto che da come abbiamo creato quest’architettura sembriamo persone che in quei luoghi ci vivono da sempre”.