Crema, 22 settembre 2024
Analizzando i dati dell’intero anno 2023 ci si è concentrati sui mutui sottoscritti da coloro interessati ad acquistare un’abitazione diversa dalla prima casa.
La seconda casa è vissuta il più delle volte come una forma di investimento ragion per cui rappresenta solo una minima parte dei mutui erogati. Tali operazioni hanno costituito nel 2023 l’1,7% del totale. Dato in diminuzione rispetto al 2022 quando era pari al 2,1%. La motivazione è da ricercarsi nell’incremento di acquisti di seconde case nel periodo della crisi sanitaria”.
Tale situazione varia a livello geografico: al Nord il dato dei mutui accesi per la seconda casa è pari all’ 1,7% del totale, al Sud e Isole incide per l’1,4%, mentre per quel che riguarda le regioni del Centro Italia per lo 0,9%. Si tratta di investimenti fatti da una fascia di clienti mediamente più alta che spesso copre l’intero ammontare del costo dell’immobile senza ricorrere al mutuo e infatti solo in alcuni casi tale target ricorre al finanziamento per concludere la compravendita della seconda casa.
Guardando l’importo medio notiamo infatti che coloro che acquistano una seconda casa sottoscrivono mediamente un mutuo più basso rispetto a quelli che acquistano una prima casa: 96.520 euro contro 115.200 euro.
Anche per quel che concerne la scelta del prodotto, per la finalità “seconda casa” ci sono differenze: il tasso fisso è la scelta più percorsa con l’84,62% delle preferenze contro l’80,2% dei mutuatari “prima casa”. Il tasso variabile rappresenta solo il 12,04% dei mutuatari che acquistano una seconda casa contro il 16,1% delle scelte per mutui prima casa. Individui, quelli oggetto dell’analisi, in generale più prudenti che preferiscono optare per mutui con maggiori costi in termini di tasso a discapito di un capitale erogato più basso.