Saint Tropez, 28 dicembre 2025

È morta Brigitte Bardot. La celebre attrice francese aveva 91 anni. Lo rende noto la Fondazione che porta il suo nome.

Addio BB. Quando Dio creò la donna pensò a Brigitte Bardot. Mai attrice fu più sex symbol, icona della moda, paladina della fierezza femminile e della libertà sessuale, come la 91enne Bardot. Una luccichio ipnotico e un seguito internazionale che vanno ben oltre le interpretazioni per il cinema (di certo non memorabili), durate perlopiù nemmeno una quindicina d’anni, tra la fine dei cinquanta e le metà dei settanta. Non solo attrice BB, ma anche cantante e modella, ma soprattutto importante, accesa, combattiva attivista per i diritti degli animali, nonché fondatrice e presidente di una fondazione che porta il suo nome. Figlia di un ricco industriale parigino, ricevette un’educazione molto severa. Appassionata di danza, entrò al Conservatorio di Parigi nel 1949 e a quindici anni divenne la mascotte della rivista Elle.

Ma è nel 1956, grazie al film del marito Vadim (dal quale si separerà nel ’57), E Dio creò la donna, ad entrare nella leggenda del cinema e trasformarsi definitivamente in icona di bellezza. Carrellata di esibizione di un corpo perfetto iniziata sempre a Cannes nel 1953 quando sulla spiaggia davanti al Palais si fa fotografare in bikini provocando svenimenti e passioni. E Dio creò la donna è un caso di scandalo preventivo che scuote censura e benpensanti (anche se in realtà nel film non c’è nulla di scandaloso). Semmai BB incontra sul set Jean Louis Trintignant, presto e rapido amante clandestino, ed eleverà una non ancora mitizzata Saint-Tropez, dove il film viene girato, sua dimora duratura – La Madrague – quando arriverà il momento di un anticipatissimo ritiro (1974).

Nel 1963 è l’anno in cui inizia la sua militanza attiva come animalista. La prima battaglia è il tentativo di promuovere un’arma che uccida in modo indolore le bestie nei macelli; a questa iniziativa ne seguiranno decine di altre – forse la più celebre e significativa sarà quella contro le pellicce. L’Histoire très bonne et très joyeuse de Colinot trousse-chemise (1973) è l’ultimo film della sua carriera. Da qui in avanti è solo lotta per la protezione degli animali. Nel 1976 si unisce a Brian Davis dell’IFAW e lancia una vasta campagna internazionale per denunciare la caccia alle foche. Nel marzo del 1977 è il presidente francese Valéry Giscard d’Estaing a vietare l’importazione di pelli di foca in Francia. Nella sua lotta, Bardot fu sostenuta da numerose personalità dello showbiz francese e non solo come Isabelle Adjani, Kim Basinger, Johnny Hallyday, Alain Delon e Jacques Chirac.

Nel 1978 Bardot pubblica un libro illustrato per bambini – “Noonoah, la piccola foca bianca” – che racconta la storia di un cucciolo di foca salvato dai cacciatori da un Inuit. Nel 1982 musica e impegno animalista si uniscono quando BB torna in studio di registrazione per un’ultima canzone, in omaggio agli animali: Toutes les bêtes sont à aimer. La Fondazione Brigitte Bardot per aiutare le cause animali è del 1986, mentre nel 2001 la Peta le conferirà il Peta Humanitarian Award. Le opinioni di BB influenzano i parlamentari francesi, tanto che nel 2003 e nel 2006, a seguito di quello che oggi definiremmo una pressante attività di lobbying, la Francia vieta l’importazione e poi il commercio di pelli di cane e gatto. Gaullista della prima ora, Bardot si è sempre schierata a destra. È stata condannata cinque volte per incitamento all’odio razziale per le sue critiche all’immigrazione, alla macellazione rituale degli animali, ad alcuni aspetti dell’omosessualità e all'invasione islamica della Francia. Sposata nel 1993 con Bernard d’Ormale, consigliere di Jean-Marie Le Pen, BB nel 1997 ha sostenuto Catherine Mégret, la candidata del Front National, mentre dal 2012 in avanti si è schierata a favore della candidatura alla presidenza della repubblica di Marine Le Pen, definita più volte la Giovanna d’Arco dell’oggi.