
Cremona, 21 luglio 2021
Il giudice ci pensa. Oggi intorno alle 12.30 in un aula del tribunale di Cremona, a porte chiuse, si è discusso della richiesta di archiviazione del caso Mauro Pamiro e dell'opposizione a tale richiesta. Il giudice delle indagini preliminari Giulia Masci si è riservata e farà sapere la sua decisione nei prossimi giorni. Davanti a lei, il pubblico ministero Davide Rocco, che sostiene la necessità di chiudere il caso come suicidio, l'avvocato Mario Palmieri che ritiene che la moglie Debora Stella, indagata per omicidio come atto dovuto, sia del tutto estranea a i fatti e gli avvocati Antonino Andronico e Gianluigi Tizzoni, che invece sostengono che è necessario continuare nelle indagini e andare a processo perché non si tratta di un suicidio. A sostegno della tesi del Pm le indagini effettuate su quanto accaduto al professore, trovato cadavere la mattina del 29 luglio, a 36 ore dalla scomparsa, mai denunciata, da casa, in un cantiere di via don Mazzolari, poco distante dall'abitazione di Pamiro. Del tutto contrari all'archiviazione del caso sono gli avvocati dei genitori dell'insegnante, che sostengono che ci sono troppi lati oscuri, mai chiariti né dall'autopsia né dalle stesse indagini e che ritengono che il corpo sia stato portato nel cantiere dopo la morte.
Presente all'udienza anche Franco Pamiro, padre di Mauro, da sempre convinto che il figlio non si sia ammazzato.
Nella foto, Mauro Pamiro