
Spino d'Adda, 26 gennaio 2021
Un’interrogazione alla commissione ambiente dell’Unione Europea sull’impatto ambientale dei forni crematori. A presentarla sono stati i parlamenti europei del gruppo dei Verdi Eleonora Evi, Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini. L’iniziativa nasce a seguito dell’invio ad Eleonora Evi, da parte di Claudio Bordogna, delle considerazioni del Comitato per il NO al formo crematorio di Spino su questo genere di impianti.
“Forni crematori senza una seria, studiata, approfondita programmazione regionale significano caos” afferma Bordogna, fra i fondatori del Comitato per il NO spinese. “In Italia –scrivono i Verdi- non esiste una normativa uniforme che regoli l’installazione degli impianti di cremazione e le loro emissioni, paragonabili a quelle prodotte dall’incenerimento di rifiuti. Ogni Regione stabilisce limiti specifici in relazione alla localizzazione dell’impianto e alla tecnologia adottata. In base al DRP 285/1990 i forni crematori vengono costruiti entro i recinti dei cimiteri e il progetto di costruzione è corredato da una relazione sulle caratteristiche ambientali del sito e tecnico-sanitarie dell’impianto e sui sistemi di tutela dell’aria. La legge 130/2001 prevede l’emanazione di un provvedimento interministeriale per definire le norme tecniche per la realizzazione degli impianti di cremazione rispetto ai limiti di emissione, agli ambienti tecnologici e ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione. Tale provvedimento non è mai stato emanato. In assenza di regole e limiti chiari –proseguono i Verdi- si è sviluppata, in particolare nelle Marche e attraverso la finanza di progetto, una corsa all’installazione di crematori nei piccoli comuni attraverso l’occupazione di territori privi di pianificazione. Rischio analogo sussisterebbe in Lombardia, a seguito di iniziative regionali per lo sviluppo della rete degli impianti di cremazione. Alla luce di queste osservazioni –concludono i Verdi- può la Commissione chiarire se intende armonizzare le normative in ambito cimiteriale e ambientale per i forni crematori?”.
Nella foto, Eleonora Evi