Trescore, 29 novembre 2020

Un falò dietro il cimitero. Ad accenderlo è stato qualcuno (più di una persona sicuramente) che ha pensato bene di trascorrere la tarda serata fra venerdì e sabato in modo alternativo, contravvenendo oltretutto alle prescrizioni del Dpcm che vietano di uscire di casa senza comprovati motivi. Il gruppetto ha bruciato del legno, della plastica, della carta e persino un carrello della spesa preso all’esterno di un piccolo esercizio commerciale della zona. Non pago, ha buttato scatoloni nel sottopasso di viale Risorgimento, quello che porta al cimitero.

“Non faccio fatica ad immaginare -spiega il sindaco Angelo Barbati- che si tratti del solito gruppo di adolescenti, che non sono tutti di Trescore, che si ritrova o lì dove è stato acceso il falò oppure in fondo a via Alchina. Non è la prima volta che bruciano qualcosa. Sono, credo, gli stessi che quest’estate, sempre al cimitero, si divertivano a salire sul tetto dei padiglioni di loculi. Mi piacerebbe entrare nella loro testa per capire dove sia il divertimento in tutto ciò e mi chiedo dove siano i loro genitori, se sanno che i loro figli sono in giro a fare danni”. Barbati intende informare dell’accaduto le forze dell’ordine. “I carabinieri pattugliano il territorio -conclude ma non possono arrivare ovunque. Noi in Comune abbiamo una fototrappola ma questa gente è brava a nascondere il proprio volto con il cappuccio di un giubbotto o di una felpa”.


Nelle foto, i resti del falò