Gallignano, 26 aprile 2020
Una giornata di digiuno indetta da don Lino Viola, parroco di Gallignano, come penitenza per l'invasione dei carabinieri durante la messa di domenica scorsa. Questo quanto annunciato stamane dal parroco di Gallignano durante la messa nella parrocchiale di S. Pietro apostolo, celebrata a porte chiuse stamattina. Durante la cerimonia don Lino ha ricordato l'invasione dei militari nella chiesa, dove si stava celebrando la messa della domenica, ma dove le porte non erano state chiuse, come vuole il decreto anti virus. All'interno, oltre al sacerdote, c'erano 14 persone, tutte distanziate e tutte con mascherina e guanti. Ma i militari sono entrati, avvertiti da qualcuno e, mentre il sacerdote era nel momento della consacrazione, hanno cercato di interrompere la messa e di far uscire i presenti. Don Lino di è opposto e ha continuato a celebrare, rifiutandosi anche di parlare con il sindaco Gabriele Gallina, che era stato raggiunto dai carabinieri al cellulare. Al termine della messa presenti e sacerdote erano stati multati. Quando la vicenda è diventata nota, si sono subito formati due partiti: chi era d'accordo col parroco (fedeli distanti in una chiesa di 300 metriquadri, nessun assembramento) e chi con i militari (hanno fatto bene a intervenire per far rispettare il decreto). Peraltro anche il vescovo di Cremona, monsignor Antonio Napolioni, che ha provato il contagio sulla sua persona, ha stigmatizzato quanto successo, ricordando che è necessario seguire le direttive del decreto del governo e celebrare a porte chiuse e senza fedeli. Ne è seguita una settimana di dibattiti, con il parroco che non ha voluto parlare con nessuno, ma cercato da molti giornali e dalla Rai. Poi, questa mattina, la richiesta di digiuno. Don Lino ha indetto una supplica di riparazione nella giornata di giovedì nella quale i fedeli che lo seguono osserveranno una giornata di digiuno riparatorio e quanto risparmiato andrà alla Caritas.
Nella foto, don Lino Viola